Dopo aver descritto e illustrato altre chiese della valle di Non ora, con piacere, propongo all’attenzione quella di Sant’Agata di Sfruz. Essa è stata decorata in tempi relativamente recenti (inizio del secolo scorso), in particolare dal pittore Metodio Ottolini di Aldeno. Questo artista ha decorato nella prima metà del secolo scorso anche le chiese di Tres, Taio e Smarano, come altre in val di Non.
Dapprima a descrivo e illustro l’edificio e il suo interno e alla fine riferisco le vicende storiche della chiesa e della vita di Sant’Agata.
Scendendo dalla località Credai si eleva dal nucleo del paese, aguzza, la cuspide piramidale della campanile della chiesa. Proseguendo si arriva alla piazza centrale con municipio, esercizi vari e la chiesa.
Posteggiata la “Panda” mi ritrovo, illuminata dal sole del mattino, la bella chiesa di sant’Agata col suo campanile.
Dal sagrato rialzato si erge la semplice facciata che mostra un bel portale marmoreo. Ai lati, sopra l’architrave, si alzano due vasi di fiori. Al centro sta la statua di sant’Agata entro una nicchia e, sopra, si apre l’oculo del rosone centrale.
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Portale in pietra
bianca e rossa |
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Statua di S. Agata
sopra il portale |
VISITA ALL'INTERNO DELLA CHIESA
Entro all’interno. La chiesa è luminosa; sono colpito dall’altare rialzato con tabernacolo e candelabri e i due passaggi per accedere al coro, dalla pala centrale con ai lati due casse per le canne dell’organo e, sopra, l’arioso affresco del catino dell’abside, dalle due finestre con vetrate policrome. L’area del presbiterio è completata dall’altare moderno, l’ambone e un Crocifisso. Al centro della volta si nota il simbolo IHS da cui partono raggi simbolici.
Osserviamo più da vicino il catino dell’abside col maestoso “Ritrovamento della Croce” e il tradizionale altare con tabernacolo e la pala fra gli elementi dell’organo e la mensa sul presbiterio.
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Ritrovamento della
Croce di M. Ottolini |
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Presbiterio ed altare
ornati a festa |
Sulle parei laterali del presbiterio ci sono due affreschi del pittore Metodio Ottolini che illustrano due momenti importanti della vita di Sant’Agata: a sinistra dopo la tortura, ha la visione di san Pietro e, a destra, il recupero del "velo miracoloso" con la scritta sul sarcofago "AGATHAE VIRGINI SANCTISSIMAE, IN -- PACE".
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Ritrovamento della
Croce di M. Ottolini |
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Presbiterio ed altare
ornati a festa |
In alto si aprono fori luce rettangolari con i bei vetri policromi e nella volta si nota il Cristogramma raggiato JHS (le prime tre lettere del nome Gesù, Jesous in greco). Ai quattro angoli della volta stanno le figure degli Evangelisti: San Matteo, San Marco, San Luca, San Giovanni, con l’incipit del proprio Vangelo.
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Finestra policroma
rettangolare |
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Particolare di tre
apostoli |
La navata principale è divisa in tre campate, sul lato sinistro si protende una navata minore con l’altare della Madonna, due confessionali, il battistero e un pannello di rame per onorare padre Girolamo Biasi e le luci di tre lunette.L'entrata secondaria si apre sul lato sud della navata e nella campata davanti ha posto l'altare del sacro Cuore in un'ampia nicchia
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Lato nord che si apre
alla navata laterale recente |
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Parete sud con
entrata laterale e altare al Sacro Cuore |
All’inizio della navata minore, accanto all’altare della Madonna, ci sono i ricordi di padre Girolamo Biasi, fondatore della “Milizia dell’Immacolata con padre Massimiliano Kolbe. Una riproduzione in rame mostra il padre inginocchiato davanti all’immagine di sant’Agata fra la chiesa di Sfruz e quella del santuario antoniano della Visione a Camposampiero (PD), dove fu sepolto. Un altro quadro lo ricorda con la frase “PRO AMORE USQUE AD MORTEM”. Di fianco all’altare della Madonna sta poi elegante fonte battesimale del 1728.
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Sant'Agata e padre
Girolamo |
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Fonte battesimale |
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PRO AMORE USQUE AD
VICTIMAM |
Nella navata principale e ricavato l'altare del Sacro Cuore nella sua nicchia. La navata secondaria mostra l'altare della madonna sul davanti, due eleganti confessionali lungo la parete e i quadri della Via Crucis. Le luci delle tre lunette sono chiuse da artistiche vetrate.
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Altare del Sacro
Cuore |
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Confessionale e Via
Cruci |
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Altare della madonna |
L'arco Santo, a tutto tondo, porta l'iscrizione DOM in honorem B. Agatae V. M. La navata principale è divisa in tre campate a volta a botte lunettate.
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Acro santo e abside | |
Volta della navata principale |
Lungo la volta sono rappresentati tre affreschi di M. Ottolini: San Vigilio davanti, i santi martiri di Sanzeno al centro e, in fondo, San Romedio con l'orso.
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San Vigilio |
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Martirio,
Sisinio, Alessandro |
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San Romedio |
Nella parete di fondo spicca un bel rosone colorato che rappresenta l'agnello della pace dal quale si sprigionano raggi di vivida luce. Si nota il fregio che corre attorno al perimetro della chiesa, sopra i pilastri terminanti con i capitelli ionici; esso risale al 1700 e fu restaurato da poco.
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La chiesa vista dall'altare | |
Rosone policromo |
Ai lati dell'entrata stanno due significative policrome, la Madonna e Santa Barbara, appoggiate a semplici mensole. Al centro si può ammirare un quadro di Sant'Agata fra due Sante con la sua cornice dorata. A sinistra della porta, sporge dal muro il bassorilievo di un originario angelo in marmo lucido.In alto una parte del fregio antico restaurato.
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Le due statue a lato del portale
d'entrata |
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Sant'Agata fra due sante |
Decorano la parete di destra due quadri: uno di sant’Agata orante che reca nelle mani un giglio e un secondo (antico) che raffigura la Madonna con Bambino fra san Giorgio e ... Il fondo alla navata laterale è appeso un secondo uadro di sant'Agata vergine
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Sant'Agata in
contemplazione con giglio |
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Madonna con
Bambino |
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Sant'Agata nella
navata minore |
I documenti che parlano della storia di Sfruz ci portano al secolo XII. Come in tutte le comunità dei tempi andati, ricordano la presenza di una comunità rurale con le sua carta di regola per rapporti interni e per i rapporti con i vicini. Alcuni suoi abitanti furono coinvolti nella rivolta contadina del 1525.
Qualche anno dopo, nel 1537, la relazione di una visita pastorale parla dell’esistenza della cappella di Santa Lucia in località Maso di Sfruz. Nel 1579 in essa fu consacrato l’altare maggiore che fu dedicato a Sant’Agata: in tal modo divenne la santa titolare della chiesa e del paese di Sfruz. Era presente anche un secondo altare dedicato a San Giorgio e, nel 1616, un terzo altare dedicato a santa Lucia. Nel corso del XVIII secolo la comunità ha dato avvio alla costruzione dell’attuale edificio, opera di Pietro Bianchi. Il portale in pietra bianca e rossa reca la data del 1744, Il campanile, che si eleva sul fianco destro con cuspide piramidale, probabilmente è anteriore al corpo della chiesa. In tempi più recenti (1965) alla navata principale fu affiancata una navata secondaria mantenendo l'allineamento con le tre campate principali. I dipinti murali che ornano la volta del presbiterio sono opera di Domenico Primon (1913), mentre tutte le altre decorazioni sono di Metodio Ottolini (1933).
Ulteriori mie notizie sul paese di Sfruz si trovano con questi due collegamenti: il paese di Sfruz e - biografie di padri e sacerdoti di Sfruz.
Nel basamento della statua di Sant'Agata si legge il verso 16 del VII capitolo del llibro secondo dei Paralipomeni della Bibbia: "ELEGI ENIM ET SANCTIFICAVI LOCUM ISTUM UT SIT NOMEN MEUM IBI IN DEMPITERNU ...". Sono le parole del Signore ricolte a Salomone per la costruzione del tempio di Gerusalemme.
Alla base dei due vasi di fiori è scolpita la data e la dedica: 17 - SANCTA AGATA EXꝤSIS --- 44 - ORA PRO NOB. COMUNITATIS.
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Architrave con data e dedica | |
Esterno della navata laterale |
S. Agata è una vergine martire siciliana del III secolo (anno 1235?), patrona di Catania e protettrice contro gli incendi. I dipinti del presbiterio, di Metodio Ottolini, illustrano due momenti della sua storia.
La scelta di questa santa quale patrona della comunità di Sfruz non sarebbe casuale, dato che i primi insediamenti erano costituiti da costruzioni prevalentemente di legno, poste in posizione soleggiata e su un terreno piuttosto arido dove l’acqua scarseggiava e il fuoco trovava facile esca. Agata nacque a Catania da una ricca e nobile famiglia cristiana, verso i 15 anni si consacrò a Dio e ricevette il velo rosso delle Vergini. Il proconsole di Catania Quinziano, vedendola fu colto da una passione ardente per lei, ma Agata respinse le sue insistenti proposte e si tenne nascosta. Siamo al tempo degli editti degli imperatori Settimio Severo e di Decio che imponevano ai cristiani di abiurare alla propria religione per avere salva la vita. Il proconsole la fece ricercare con accanimento. Al fine catturata, in preda alla rabbia, la portò a processo sottoponendola a torture atroci per farla recedere dalla fedeltà alla fede cristiana e al voto di verginità. Il dipinto alla sinistra del presbiterio mostra la santa che, in visione, riceve la visita di San Pietro nella cella in cui fu rinchiusa dopo che le erano stati strappati i seni. Miracolosamente fu risanata. Riportata in tribunale, il proconsole, vistosi sconfitto, decise di metterla al rogo sui carboni ardenti. Il fuoco la avvolgeva la sua persona ma il velo non si brucia va. In quel mentre era in corso un forte terremoto e la folla era indignata per il supplizio. Il proconsole fece togliere dal fuoco la giovane Agata che fu riportata agonizzante in cella. Morirà il giorno seguente e fu deposta in un sarcofago. Era il 5 febbraio 1251.
L’anno successivo avvenne una forte eruzione del vulcano Etna e la sua colata minacciava la città di Catania. I catanesi, cristiani e non, pensarono al prodigioso velo che non bruciò al rogo e decisero di andare a recuperarlo alla tomba della martire Agata - episodio illustrato nel secondo dipinto del presbiterio di M. Ottolini -. Con esso si portarono al fronte minacciosa della lava. Con stupore e meraviglia la colata si fermò. Seguirono grandi festeggiamenti e il velo miracoloso di sant’Agata divenne una preziosa reliquia della santa che fu usato ancora per salvare Catania e altri paesi alle falde dell’Etna in occasione delle eruzioni più minacciose. L’ultimo episodio miracoloso del velo contro la colata lavica accadde nel 1887 come attesta l’edicola edificata sul posto a Nicolosi.
Nell'occasione della mia visita a Sfruz ho trovato interessanti qualche scorcio del paese nei pressi della chiesa di sant'Agata. Una casa alle destra ha la parete ornata di rose rampicanti fiorite che si sporgono verso un dipinto del Calvario ancora discretamente conservato. Alla sinistra della chiesa si presenta la casa n° 1 molto antica, costruita nel 1579 e restaurata nel 1745. Si entra da nord con una breve scalinata e una porta ad arco con la sua data scolpita sulla chiave di volta. l'anziano proprietario mi spiegò che anche i piani hanno i soffitti a volta a botte.
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Sotto due particolari della casa N° 1 del centro storico di Sfruz
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