Antichi tesori in Val di Non
Chiesa San Michele Arcangelo di Priò

Visita alla chiesa sul colle di Priò - di Piergiorgio Comai


due campaniliPriò è un paese ridente e panoramico della Valle di Non. Lo si può vedere da quasi tutta la vallata col caratteristico profilo della chiesa aderente allo snello campanile che si staglia alla destra sul colle. È dedicata all'arcangelo San Michele. Non è stato possibile risalire all'origine di questo luogo di culto. La prima notizia  della chiesetta proviene dagli atti della visita pastorale compiuta nel 1537. Nel secondo quarto del 1600 subì una importante restauro coprendola con un soffitto a costoloni e nel 1645 fu dotata dell'artistico altare intagliato da Giambattista Ramus di Cles, dedicato all'arcangelo San Michele. La chiesa fu riconsacrata il 7 settembre 1654. L'altare maggiore,  era dotato di 4 colonne tortili con le statue di san Vigilio e san Biagio ai lati su due mensole; nel riquadro centrale sta la pala della Madonna in gloria con san Valentino e san Michele in basso. Anche l’antipendio (poaliotto) in cuoio è opera di Ramus.  Qualche anno dopo la figura del Padre Eterno, che chiude il timpano dell’altare, venne decorato in composizione policroma. Nel 1748 si completa la costruzione del campanile.

Simone Weber ricorda due altari minori lignei, realizzati tra il 1741 e il 1742 da Sisinio Prati, posti nelle cappelle laterali.

Nel 1910 la chiesa fu ingrandita sul davanti e ristrutturata con la ricostruzione delle due cappelle contrapposte.

Per chi ancora non la conosce, di seguito, illustro questa piacevole chiesa con delle foto cominciando dall'esterno.



In queste due foto, con lo sfondo delle montagne della valle, si può ammirare la semplice ed armoniosa struttura di chiesa e campanile, in alto sul colle panoramico.

Campanile
retro del campanile
Veduta frontale della chiesa e campanile

Campanile e chiesa visti da dietro

Il portale in pietra calcarea termina con architrave e fregio sormontato da una cimasa sporgente sulla quale si alza un ornamento con croce. Il rosone soprastante è chiuso con una vetrata colorata in cui figura l'immagine del sacro Cuore. Alla destra è fissate nella parete una targa di marmo con la scritta che ricorda la signora Margherita Brida in Postingher principale benefattrice per l'ingrandimento della chiesa nel 1910.


Potale d'entrata
targa della benefatrice
Portale maggiore della chiesa

Targa della benefattrice Margherita Postingher

L'entrata secondaria si apre a mezzogiorno nella sporgenza che venne aggiunta alla chiesa originale. Il portale in marmo bianco richiama quello dell'entrata principale: è più recente, stilisticamente più elaborato, terminante col ventaglio a forma di conchiglia.

La parte absidale mostra i tre lati di un esagono con un oculo: sul fianco sporge il corpo della sacrestia. L'area su cui insiste la chiesa comprende il cimitero che si estende su due lati.

Entrata laterale
abside esterna
Entrata laterale con due finestre a vetrate policrome

Abside esterna e cimitero

L'entrata principale del cimitero è situata alla destra del portale e si arriva passando per il sagrato. Sulle pareti della chiesa sono infisse varie lapidi commemorative di sacerdoti.

In particolare è da ricordare quella di don Beniamino Clamer curato dal 1913 al 1944 e primo parroco dal 1944 al 1956 e quella del suo successore, i compianto don Agostino Zanon.

Atrio d'entrata
accesso al campanile
L'entrata principale del cimitero

Lapidi infisse sulle pareti esterne

A seguito dell'ampliamento del cimitero è stato allestito un bel piazzale estero con pavimentazione in porfido e una cappella interna. Anche la via d'accesso che sale dal paese è stata sistemata con cubetti di porfido.

Atrio d'entrata
accesso al campanile
Entrata al cimitero dalla parte nuova

Vie d'accesso alla chiesa e al cimitero sul colle


Appena entrato in chiesa ho scattato una foto d'insieme. Addossato al fondo dell'abside poligonale, sopraelevato rispetto al piano del presbiterio. fa bella mostra l'artistico altare maggiore. L'abside, come la navata, si chiudono con la volta reticolata con lunette e costoloni. Ai lati della navata a sinistra trova posto la cappella della Madonna e a destra il passaggio checonduce all'entrata laterale.

L'arco santo porta la scritta: D.O.M in honorem SANCTI MICHAELIS ARCHANGELI.

interno
Arco Santo
Interno della chiesa di san Michele di Priò
Artistico altare Maggiore di Giambattista Ramus

Questo splendido altare intagliato da Giambattista Ramus di Cles, è dedicato all'arcangelo San Michele. Quattro colonne, decorate con intrecci, fregi vari e puttini sorreggono la trabeazione finale e mettono in evidenza la pala che raffigura san Michele e san Valentino con la protezione della Madonna in gloria con Bambino. Ai stanno le due mensole che reggevano  le statue di san Vigilio e san Biagio.  Anche il paliotto in cuoio battuto con la figura di San Michele è opera dell'intagliatore Ramus.  La figura del Padre Eterno che sovrasta l’altare venne decorato in composizione policroma nel 1666. Le sue mani accoglienti raccordano le ali del timpano spezzato. È notevole anche la fattura del tabernacolo.

altare maggiore

altare maggiore intero
antipendio

Altare maggiore di san Michele Arcangelo
Particolari dell'altare e il paliotto

La volta è un insieme di costoloni che formano una rete geometrica sopra la navata e sopra l'abside

Al centro del quadrilatero che raccorda le nervature della volta è racchiuso il tondo dell'Agnello Pasquale.


volta a costoloni
Agnello pasquale
La volta a costoloni con le lunette lateral

Tre decorazioni nelle vele dell'abside

Sul lato sinistro della navata si apre una cappella graziosa adibita a coro. Un pregevole battistero è appoggiato alla parete destra. Alcuni quadri ornano le pareti. Sulla parete di fondo ecco un elegante trittico che poggia su una base di marmo lavorato sporgente; al centro la statua della Madonna pregante con diadema di stelle. Penso che potrebbe essere la parte lignea di un precedente altare. Infatti, nel tempo passato erano presenti altri altari oltre a quello maggiore, quello dedicato ai santi Fabiano, Sebastiano e san Rocco e l'altare di San Giuseppe..

Sul lato destro, nella vecchia cappella ingrandita nel 1910, è stata ricavata l'entrata secondaria; in parte lo spazio è occupato da alcuni banchi per i fedeli. Nella vetrata colorata della finestra è riprodotta la figura di san Giuseppe col bastone fiorito.

trittico con Madonna
San Giuseppe
Cappella di sinistra con la Madonna in preghiera.

Porta laterale e finestra vetrata con san Giuseppe

La navata a quattro campate termina con il rosone policromo che mostra il Sacro Cuore. Sul fondo è situato il confessionale e sulle pareti gli antichi quadri delle 14 stazione della Via Crucis (1794) che ricoprono anche le parti del vano dell'entrata secondaria. La parte bassa delle pareti è foderata da uno zoccolo in legno.

fondo chiesa
San Giuseppe
Vista della navata verso l'entrata principale

Quadri della Via Crucis e finestra con san Giuseppe

La chiesa è dotata di tre finestre con vetrate policrome oltre a quella di san Giuseppe e il Sacro Cuore del rosone: quella di san Michele nell'abside, una di san Sebastiano che si apre sulla facciata sud all'altezza del presbiterio e l'altra sul fondo della chiesa, oltre il campanile.

San Michele
san Giacomo
altare sud
San Michele Arcangelo
San Sebastiano
Madonna Immacolata


La sacrestia è posta su lato sinistro del presbiterio illuminata da due piccole finestre. È arredata con uno stupendo armadio intarsiato.

Paliotto altra sud
Armadio della sacrestia




STORIA DELLA CHIESA IN BREVE

Fino al secolo XVI non esistono notizie della costruzione dell'edificio originario della chiesa di di San Michele Arcangelo né dei suoi albori. A seguito di numerose modifiche subite non sono state rilevate tracce che potessero determinare il primo apparire di questo luogo di culto. La chiesa di Priò è nominata per la prima volta negli atti della visita pastorale compiuta nel 1537. Gli atti riportano che erano presenti tre altari, uno non consacrato.

Nel 1558 venne consacrato il terzo altare, detto di San Sebastiano, dal vescovo Mariano Mano suffraganeo del cardinale Cristoforo Madruzzo che vi pose le reliquie dei santi Fabiano e Sebastiano e di San Sabino.

Nel 1579 si fa cenno che nella chiesa ci sono gli altari di san Michele Arcangelo e quello di san Vigilio.

In quel tempo la chiesa non era affidata a un sacerdote fisso: i suoi abitanti per soddisfare i bisogni spirituali e per ricevere tutti i sacramenti dovevano recarsi a Torra nella chiesa della pieve di Sant'Eusebio.

Nel 1631, dal momento che la cappella era malandata e senza soffitto, la comunità di Priò decise una consistente ristrutturazione. Giambattista Ramus di Cles intagliò l'altare maggiore dedicato all'arcangelo San Michele dotato di 4 colonne tortili e, ai lati, le statue di san Vigilio e san Biagio; nella pala centrale è raffigurata la Madonna in gloria con san Valentino e san Michele in basso. Anche l’antipendio in cuoio è opera di Ramus. Finiti i lavori, il 7 settembre 1654, la chiesa fu riconsacrata.

Dal 20 gennaio 1685 i vicini della villa di Priò ottennero un sacerdote per celebrare la prima messa festiva e feriale nella chiesa di San Michele, per spiegare la catechesi e la dottrina cristiana, per assistesse gli infermi e collaborare con il parroco nella cura delle anime; si impegnarono di mantenerlo a proprie spese confermando gli obblighi con il pievano e la chiesa madre di Torra. Nel tempo Priò ottenne maggiore autonomia dalla chiesa di Torra: nel 1837 nella chiesa poteva essere conservato il il Santissimo Sacramento e nel 1919 al curato (don Beniamino Clamer) venne concesso di tenere i registri dei nati, dei matrimoni e dei morti; il curato poteva inoltre, con delega del parroco, celebrare matrimoni e assistere ai funerali. Da allora, presso la chiesa curaziale, si celebrarono le sacre funzioni che era solit0 fare nelle parrocchie. La popolazione del paese chiese all'autorità religiosa che la cura d'anime di Priò fosse elevata in parrocchia. Col primo ottobre 1944 entro in vigore il decreto di erezione a parrocchia. Cosi il curato don Beniamino Clamer divenne il primo parroco e diresse la parrocchia fino al 1956.

Sono da ricordare altri momenti delle vicende della chiesa. Nel 1741 Sisinio Alessandro Prati, figlio del famoso Vigilio Fortunato di Cles, intaglia le statue di san Giuseppe e di san Romedio dell'altare di legno nella cappelletta a sinistra: prima c’era una pala riproducente la morte di S. Giuseppe.

Nel secondo quarto del 1700 fu eretto il campanile, completato nel 1748. Su di esso furono poste due campane fuse nel 1742 e donate da Pietro Vigilio Domenico Antonio conte di Thun ed una terza campana del XIV secolo.

I quadri della Via Crucis lungo le pareti della chiesa risalgono al 1784. Negli anni 1910-1912 la chiesa fu allungata oltre il campanile e vennero ampliate le cappelle laterali. Altri lavori furono eseguiti nel 1928 e nel 1929, mentre nel 1931 furono inseriti i nuovi banchi.

Ultimamente è stato ingrandito il cimitero aprendo un nuovo accesso  con la sistemazione e abbellimento del piazzale e delle vie che salgono dal paese. A causa dell'alto valore artistico contenuto non è liberamente visitabile .  




Nella iconografia san Michele Arcangelo appare in posizioni e atteggiamenti diversi. Oltre alla lancia o la spada appare anche con la bilancia nella su mano sinistra (un immagine che deriva dall'Apocalisse dove pesa le anime e impedisce che satana le strappi al cielo alterando l'equilibrio della bilancia) Nella vetrata policroma della finestra dell'abside vista sopra, la sua figura di guerriero alato è caratterizzata dal mantello che copre l'armatura, un grande scudo crociato e la lancia che colpisce il drago (satana)

san Michele

Paliotto altra sud
San Michele con spada e bilancia.

Statua del Santo nel santuario di Monte sant'Angelo

L'arcangelo san Michele è ricordato dalla cristianità come il principe delle milizie celesti che ha cacciato dal Paradiso Lucifero e gli angeli ribelli; è presente nei Sacri Testi e nell'Apocalisse. Nella tradizione popolare Michele è il guerriero che combatte contro Satana e i suoi emissari e appare come difensore in vari luoghi e circostanze. A lui sono state dedicate chiese e importanti edifici di culto. Uno fra i primi è il santuario di Monte San Angelo presso Manfredonia. Il luogo è venerato a partire dal 490, anno in cui, secondo la tradizione, avvenne la prima apparizione dell'arcangelo Michele al vescovo di Manfredonia san Lorenzo Maiorano in una grotta su una vicina altura. Nel 1590 la Mole Adriana a Roma fu chiamata Castel sant'Angelo per l'apparizione del Santo a papa Gregorio I durante una processione per scongiurare la peste in atto. Sono molti i santuari dedicati a San Michele Arcangelo sorti al tempo dei Longobardi: fra di essi non si può dimenticare Mont Saint Michel in Francia o l'abbazia che porta il suo nome in Val di Susa.San Michele Ognuno ha come motivazione l'apparizione del santo per soccorrere nei pericoli o per combattere le forze del male.

L'altare maggiore della chiesa è dedicato a san Michele Arcangelo e anche la denominazione della chiesa ha assunto il suo nome sia come curazia sia come parrocchia. Priò lo ha scelto come suo patrono e la festa ricorre il 29 settembre di ogni anno. Nella ricorrenza del 29 settembre san Michele è festeggiato assieme agli arcangeli Gabriele e Raffaele.

Nella tradizione cristiana l'arcangelo Michele è colui che combatte e sconfigge Satana. Gabriele, messaggero di Dio rivela a Daniele i segreti del piano di Dio, annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria quella di Gesù. Raffaele, angelo guaritore, accompagna e protegge Tobia nel suo viaggio periglioso, guarisce il padre di Tobia dalla cecità e la sua futura sposa dall’influsso del maligno.


La serie dei maggiori santuari dedicati a San Michele Arcangelo lega l'Irlanda a Israele. Partendo dal monastero di origine cristiana costruito nel 588 nell'isola Skellig dell'Iranda, si passa all'abbazia di St Michael's Mount su un'isola della Conovaglia dove, secondo una leggenda, apparve nel 495; poi troviamo il celebre monastero di Mont Saint-Michel, l'abbazia Sacra di san Michele in Val di Susa costruita dove c'era una chiesetta dal VI secolo, il santuario di Monte sant'Angelo in Puglia, il monastero greco-ortodosso di San Michele Arcangelo di Panormitis dedicato all'Arcangelo Michele nell'isola greca di Simi nell'arcipelago del Dodecaneso per finire al monastero' Stella Maris ad Haifa in Israele.

santuari a San Michele
Culto a san Michele dall'Irlanda a Israele