di Comai Piergiorgio


Vervò 1922La strada di San Martino di Vervò conduce a un complesso di edifici sacri e all'area cimiteriale di San Martino di Vervò posto in una posizione suggestiva al termine di una sporgenza del terreno, alta sulle rocce che salgono dal rio Pongaiola. E' in luogo suggestivo che è ammirato da tutti e molti lo vengono a visitare; è nominato nei "Percorsi d'Anaunia".

I lontani antenati di Vervò si possono far risalire al neolitico. Avevano scelto questo sito per viverci tranquilli avendo sicura protezione e una buona vista sulla valle. Vi si insediarono costruendo un castelliere come loro dimora. La zona del castelliere si appoggiava a un rilievo naturale e si spingevva fino al limite delle rocce, ora detta popolarmente “al ciastiél”. Gli scavi archeologici recenti hanno evidenziato la presenza dell’uomo fin dal II millennio prima di Cristo, con reperti e resti di costruzioni delle genti retiche, romane, longobardiche. fino all'alto medioevo.

Si può pensare che, nel tempo, si sia sviluppata una comunità sulla dorsale di là della valle di Fanzim per avere maggiori spazi, l'odierna Vervò.

Chiesa san Martino sa Martinouna Dopo il lungo periodo di vuoto storico dell'alto medioevo, verso il 1200 Vervò aveva sua accertata organizzazione. Sicuramente era una comunità cristiana e volle testimoniare la sua fede con la costruzione della chiesa dedicata a San Martino, circondata da un piccolo cimitero, al termine dello sperone di roccia sul rio Pongaiola. Anche nell’abitato di Vervò sorgeva, alla fine del secolo XIV una chiesa ospizio, la chiesa di Santa Maria.

Il riferimento storico dell'esistenza della chiesa di san Martino si basa sul documento che la dichiara sede della compagnia dei Battuti. Secondo alcuni studiosi, non è da escludere che esistesse una semplice cappella dall’inizio del XI secolo, tempo in cui era molto diffuso il culto di san Martino, vescovo di Tour.


La strada della Via Crucis


Strada di San Martino

Veduta della strada della via Crucis con i capitelli posti sul lato, esterno a valle. (primi anni del 1900)


Strada di San Martino

Veduta della strada della via Crucis con i capitelli posti sul lato a monte (anno 2023)


Dal paese si giungeva al cimitero di San Martino per una stradina che portava all’ingresso fra il campanile e la cappella del Sepolcro. I tredici capitelli della via Crucis e la cappella finale, come quattordicesima stazione all’interno del cimitero furono realizzati a valle della strada, nel 1744,. A fine 1899 fu ingrandito il cimitero nella parte a ponente e l’entrata al cimitero fu spostata in basso sotto la cappella del sepolcro. Nel 1914 i capitelli furono riedificati ponendoli a monte della strada.  Furono impreziositi con brillanti formelle a rilievo in terracotta della ditta J. Heidle di Vienna. Ultimamente furono rinfrescati con perizia da Lino Biasi, figlio della signora Cornelia Conci.


Strada di San Martino      Strada di San Martino       Entrata via San Martino      Entrata via San Martino

Tre pannelli della Via CRUCIS                                                        XIX stazione, Sepolcro            


Durante la demolizione di un muro lungo la strada d’accesso alla chiesa per i lavori di spostamento dei capitelli della Via Crucis, alla quarta stazione, nel 1914,  sono furono resti di scheletri umani e reperti archeologici risalenti all’epoca longobardica. Dalla misurazione della lunghezza dei femori il signor Simoni Ottone di Vervò, già studente in medicina, ritenne che fossero appartenute a persone alte oltre 2 metri. Dapprima, all'inizio della strada, era posto un crocefisso di legno. Alla fine del 1880 fu sostituito con l’attuale croce in pietra, e un cancelletto con soglia di pietra fra i due pilastri.


Strada di San Martino      Strada di San Martino       Entrata via San Martino

Il vecchio Crocefisso (ora al Cornèl),              Il Crocefisso di pietra,                                     Entrata


La cappella del Sepolcro che funge da XIV stazione della Via Crucis una prima volta fu decorata con un affresco della Madonna e nel 1912 con il pregevole affresco della deposizione del pittore Metodio Ottolini di Aldeno.

Nel parco tra il dosso e il cimitero furono rinvenute a inizio 1700 parecchie lapidi romane del tempo dell’impero. Sono are votive agli dei per ringraziare o invocare protezione, Nella cappella della Madonna delle grazie (denominazione originale “dei santi Fabiano e Sebastiano”), edificata per iniziativa di nove paesani e l’aiuto degli fedeli, si trovavano vecchi ex voto naif per ringraziare per pericoli scampati con il suo aiuto o per richiesta di protezione. Ora non sono più presenti, Ne esisteva uno che illustrava un incidente del carro rovesciato avvenuto nella discesa sconnessa e stretta della “strada romana” che scende dai prati del monte al rio Pongaiola; le persone rimasero miracolosamente illese.


Ottolini      soffitto sepolcro       Fabiano sebastiano       soffitto cappella

Deposizione Ottolini - Sepolcro    La volta        San fabiano e Sebastiano                      Decorazione


L’antico campanile, preesistente alla cappella, conserva una campana bronzea, che porta la data 1443, e nella facciata esterna verso sera un grande affresco con la gigantesca immagine di san Cristoforo eseguita da pittori itinerantidel XVI secolo (scuola comasca). Secondo il maestro Gottardi Francesco (ricercatore e storico di Vervò), la parte inferiore del campanile poteva essere stata l’antica torre centrale del castelliere romano verso Sud.

Infatti, a nord del complesso religioso di San Martino è presente il sito archeologico che ha visto la frequentazioni umana dall’età del neolitico e del ferro al tempo dei romani e epoca barbarica. Oltre a strutture abitative retiche, romane, longobardiche il posto è caratterizzato da parecchie tombe. Anche il culmine del dosso può dirsi una specie di necropoli con scheletri risalenti al medioevo fino al 1200 circa. Intanto, di là del burrone di Fanzim, si sviluppava l’attuale paese.


Campanile      San Cristoforo       Sito archeologico

Campanile romanico                                San Cristoforo                                              Sito archeologico


Il cimitero con gli attuali muraglioni di sostegno fu ampliato alla fine del 1800. Dal cimitero partiva, e parte tuttora, il sentiero “delle S-cialéte” che scende fino al greto del rio Pongaiola e risaliva e risale per la “strada romana”. Una lapide del 1764, lungo la strada della Via Crucis, ricorda la pericolosità del sentiero perché un certo Nicolò Nicli vi trovò la morte accidentale precipitando a valle. Il tratto del sentiero che risale sul monte di Vervò è ora caratterizzato dal ponte sospeso. Nel passato, abbastanza lontano, era la strada per portare legna, e fieno dai prati di monte. Essa risaliva dalla valle Vervò costeggiando il “Ri de la Sèta o ri de la Madona” fino alla grotta con la statua della Madonna e continuava verso Verginaz (punto panoramico) e il paese. Si tratta della strada denominata “de la Madòna vècla.


entrata al cimitero      lapidi       madonna vecla

Entrata al cimitero                Due lapidi di morti accidentali                                    La grotta ent a la Madona


Il sopra citato maestro Francesco Gottardi, negli anni 1932-45, eseguì personalmente degli scavi nella zona de dosso di San Martino alla ricerca di vestigia del passato. Rinvenne vari reperti che furono donati al museo di Trento, Fra le stazioni della Via Crucis X e XI, a valle del Doss di San Martino, riteneva di aver portato alla luce una cappella protocristiana risalente al periodo del fortilizio romano per la presenza di un pavimento con calcinacci e le pietre cadute delle sue mura. La chiesa di San Martino e gli altri edifici sacri del luogo vedono la luce dopo il mille.


strada cimitero      gruppo a san Martino

                                    La strada verso il cimitero                                --              Il complesso delle chiese di san Martino     



Visitatori di ieri e di oggi


visitatori      visitatori2       Entrata visite       gruppo al campanile

Vecchie foto di visite a San Martino                              In escursione di catechesi sulla via e foto di gruppo