In tanti conoscono la chiesa di Dermulo che si nota chiaramente
alla sinistra della strada statale all'uscita del paese verso Cles. Invece, non tutti
sanno dell'esistenza della sua antica chiesa dei santi Filippo e Giacomo, edificio di
notevole pregio, posto nella parte bassa del paese lungo la Via Romana in posizione
decentrata a cui concorrono varie strade che partono dal piano stradale. Più di una
volta le sono passato davanti e mi sono soffermato per fotografarne l'esterno che
presenta caratteristiche interessanti e resti di affreschi sulla facciata Sud risalenti
al XIII secolo.
La possibilità di visitare l'interno della chiesa con i suoi altari intagliati e dorati
è limitata a occasioni speciali. Domenica 15 ottobre (terza domenica), in occasione
della festa della patrona del comune Predaia, Santa Giustina, era prevista la la visita
guidata all'antica chiesa e ne ho approfittato per cogliere alcune immagini. Osservando
la foto accanto si coglie la posizione delle due chiese, quella moderna e quella antica
alla quale confluivano numerosi i fedeli di allora.
ESTERNO DELLA CHIESA DEI SS. FILIPPO E GIACOMO
Prima di ammirare le bellezze nascoste di questa chiesa presento con foto la sua struttura esterna.
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Chiesa e campanile |
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Vista scendendo da
sopra |
Venendo dalla strada romana ci appare il campanile gotico a base quadrata con due celle campanarie, cornici e cornicioni aderente al corpo della chiesa. Scendendo per la stradina che collega le due chiese, oltre la chiesa e il campanile, l'occhio spazia sul il paesaggio di castel Valer con le ville accanto.
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Atrio e portale
d'entrata alla chiesa |
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Scala di accesso al campanile |
Il portale d'entrata alla chiesa, terminante con arco a sesto acuto, è preceduto da un atrio ricavato alla base del campanile che si presenta con volta a tutto sesto. La facciata principale della chiesa sporge ai lati del campanile. L'entrata a questo si raggiunge attraverso una scala a chiocciola di robusta pietra sul lato sud. La facciata sud mostra un piccolo brandello di un antico affresco.
VISITA ALL'INTERNO DELLA CHIESA
La professoressa Candida Vois di Taio, collaboratrice dell'associazione ANASTASIA - amici dell'arte sacra in Val di Non, presenta ai convenuti l'antica chiesa di Dermulo dei santi apostoli Filippo e Giacomo. Essa racchiude tre magnifici altari lignei intagliati e splendidamente dorati, interessanti affreschi di varie epoche, tavole e quadri. Il mio impegno è di offrirvi una serie di foto dell'interno della chiesa cominciando dall'abside e dall'Arco Santo che mostra sui lati quello che rimane degli affreschi. Esso ci ricorda che la chiesa è dedicata a Dio Ottimo Massimo e al santi apostoli Filippo e Giacomo.
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La prof. Candida Vois presenta la chiesa | |
A Dio Ottimo e Massimo e ai santi
martiri Filippo e Giacomo |
Il fondo dell'abside è occupato dal grande altare che si alza sopra la mensa. Quattro colonne decorate di tralci, fregi vari e puttini con la trabeazione finale mettono in evidenza la pala dell'altare con le figure dei santi titolari e, in alto, la Madonna con bambino. L'altare centrale è impreziosito da due nicchie che mostrano le figure di Santa Giustina e San Giacomo.
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Altare maggiore dei santi Filippo
e Giacomo |
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La parte centrale dell'altare |
L'altare termina con un timpano spezzato. Sulle ali sono adagiati due angeli colorati e dorati. Al centro troneggia san Michele Arcangelo con la spada sguainata. Nella volta sovrastante è dipinto il cristogramma IHS in un disco paglierino al centro di decorazioni. Sulla parete dell'abside a sinistra appare un quadro del santo in preghiera davanti alla Croce e al teschio con uno sfondo campestre in cui operano dei personaggi.
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Il timpano con san Michele
Arcangelo |
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Quadro di un san Gerolamo in
preghiera? |
Sulla parete di fondo, fra due costoloni, si leggono i passi della ricostruzione nell'anno 1627.
QUESTA CHIESA DEDICATA AI SANTI APOSTOLI FILIPPO E GIACOMO, DISTRUTTA PER LA VETUSTÀ, DI NUOVO IN QUESTA FORMA LA COMUNITÀ DI DERMULO LA RESTITUÌ , ESSENDO RETTORE DELLA PARROCCHIA DI TAIO GIO: PIETRO DE ALBERTIS L'ANNO 1627.
Sul lato destro dell'arco santo è significativo l'insieme di affreschi sovrapposti in cui è dipinta la Crocifissione di Gesù con la presenza di Maria e di San Giovanni. I primi affreschi si possono far risalire alla precedente chiesa romanica del XIII secolo. Dal lato opposto si nota un altro lacerto di affresco che forse vorrebbe rappresentare la costruzione di una torre. Uno dei fori della parete sud è chiuso dalla vetrata gotica che mostra la figura di Santa Giustina vergine e martire. Le altre due riproducono l'apostolo san Giacomo a sinistra e san Filippo alla destra dell'altare.
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Vecchi affreschi sovrapposti |
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Vetrata con santa Giustina |
L'altare sul lato sinistro della chiesa, fra i banchi e la sagrestia, è un bell'esempio di scultura lignea intagliata e dorata. In alto termina con il Padre Eterno fra gli angeli posati sulle ali dei due timpani spezzati sovrapposti. Ornano l'altare le statue di san Vittore e di sant'Antonio da Padova poste ai lati delle due colonne che sostengono la trabeazione. Nel mezzo la statua di una Madonna Immacolata con Bambino in braccio vestita, opera dello scultore di Ortisei Giuseppe Obletter. Questo altare fFu eretto nell'anno 1679 e completato con la sua doratura nel 1685.
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Altare ligneo dedicato
all'Immacolata |
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Due particolari
dell'altare: san Vittore e la presentazione. |
L'altare ligneo in stile barocco sulla parte sud, fu costruito dall'intagliatore di Cles Pietro Strobl. Nel rettangolo fra le due parti del timpano stava una bella colomba dello Spirito Santo..Ai lati delle colonne con ornamenti a spirale di colore verde trovano posto due santi (San Giuseppe e San Valentino?). Sulla tela dell'inquadratura centrale è dipinta la Madonna che offre un serto a san Bartolomeo (?) che guarda verso di lei, mentre in basso è inginocchiato un altro santo
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Vetrata con San Giacomo | |
Altare di san Bartolomeo policromato | Vetrata con San Filippo |
L'altare di san Bartolomeo era ornato da un paliotto in cuoio battuto
in cattivo stato di conservazione. Dopo un buon restauro che ha messo in luce nel
cerchio centrale la figura di una santo pellegrino e nei tondi a lati due vasi di fiori
con decorazione di foglie e fronde. è stato incorniciato e appeso alla parte nord sotto
la trave in vista Anche l'altare maggiore ha un paliotto interessante anche se
mancante di una testina scolpita
Il paliotto dell'altare di San
Bartolomeo |
Il paliotto dell'Altare Maggiore |
I costoloni della volta della navata confluiscono al mozzo di due ruote
decorate con simboli crociati e tralci. Sulle circonferenze sono dipinte due
invocazioni: "Cor Jesu, fornax ardens caritatis, miserere nobis - Cuore di Gesù, fornace
ardente di carità, abbi pietà di noi." e "Ave Maris Stella Dei Mater Alma - Ave Stella
del Mare eccelsa Made di Dio"
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Cor Jesu |
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Ave Maris Stella |
Una piccola mostra di opere d'arte in sacrestia
In una rientranza all'estremità della parte nord, ben illuminata, sono esposti vari oggetti e arredi sacri
Il pezzo storico più prezioso è la statua di una Madonna Nera proveniente dall'eremo abbandonato di Santa Giustina.
Nella sacrestia è conservata una tavola quattrocentesca che proveniva dalla chiesetta all'eremo di Santa Giustina. Nel 1936 fu restaurata dal pittore Arturo Ruffaldini di Mantova. L'opera è attribuita al maestro tirolese autore del "Trittico di San'Anna" di Sopramonte. Dentro una conice listello dorato, èe dipinta magistralmente la Madonna con Bambino stretto al petto fra San Cipriano e Santa Giustina. Nell'angolo a nord-est sono allineate le tavole lignee dipinte di una vecchia Via Crucis, ancora ben conservate.
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Tavola gotica con i santi Cipriano e Giustina | |
Quadri della Via Crucis esposti in sacrestia |
LA CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA GIUSTINA
Nel 1950 Dermulo fu elevato al ruolo di parrocchia. Nacque ben presto il desiderio di avere una nuova chiesa per accogliere i fedeli di una popolazione in crescita su uno spazio più ampio e adeguato. Celermente fu presa dalle autorità la decisione di avere un progetto che in poco più di due anni ebbe l'esito sperato col completamento del nuovo edificio sacro, denominato Chiesa di Santa Giustina. Il 30 giugno fu celebrata la festa dell'inaugurazione della chiesa.
L'ampia navata termina in un arioso presbiterio. Alle spalle dell'altare si alza un'ancona in muratura rivestita di porfido. Al centro risalta la pala che raffigura la Madonna con Bambino tra le figure di Santa Giustina e San Cipriano che ricorda la tavola quattrocentesca conservata in sagrestia e proveniente dall'eremo di santa Giustina.
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La chiesa è dotata di un altare laterale con crocifisso in legno. Dietro questo altare spicca l'alta vetrata policroma tripartita che termina con l'immagine di Santa Giustina.
Per l'antica chiesa di Dermulo, come per altre in valle di Non, è quasi impossibile stabilire gli anni in cui furono inizialmente costruite. Secondo i documenti esistenti, la chiesa era attiva come luogo di culto nel corso del millequattrocento. Ciò è confermato anche dagli affreschi recuperati nel corso di vari restauri. Si è scoperto che sotto lo strato esterno si celavano altri dipinti più antichi. Questo fa ritenere probabile l'esistenza di una primitiva chiesetta romanica del XIII secolo. La tabella descrittiva esterna asserisce prudentemente che la chiesa fu costruita prima del 1275. La chiesa dell'apostolo San Giacomo (non si citava ancora l'apostolo San Filippo) fu dotata del campanile la cui costruzione iniziò nell'anno 1503 sotto la direzione di mastro Giacomo di Antonio Bertoluzza di Tres. Nel 1579 la chiesa conteneva due altari: uno dedicato a Tutti i Santi e il secondo a San Bartolomeo. Nel 1616 l'altare maggiore (forse in sostituzione di uno dei precedenti due altari) fu chiaramente dedicato ai santi apostoli Filippo e Giacomo. L'attuale chiesa fu ricostruita nel 1627 in stile gotico trentino con la volta a costoloni. In seguito furono sistemati i tre altari barocchi: l'altare maggiore fu dedicato ai santi apostoli Filippo e Giacomo nel 1630 (era forse presente nel 1616 nella chiesa demolita. L'erezione del secondo altare sulla sinistra è del 1679 con doratura del 1685: fu dedicato a san Valentino e ... San Giuseppe e su di esso è esposta la statua della Madonna Immacolata. Il terzo altare a destra è opera di Pietro Strobl del 1695. Sulla pala di questo altare dipinta la Madonna con il Bambino in braccio e, in basso, due santi in atteggiamento di venerazione..
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Chiesa dei santi Filippo e Giacomo nel vecchio borgo | |
Chiesa parrocchiale di Santa Giustina moderna |
Chi volesse conoscere di più di Dermulo, le su chiese, le sue famiglie, interessanti notizie storiche della valle può visitare il sito Dermulo.it.
QUALE SANTA GIUSTINA, di PADOVA O di ANTIOCHIA?
Ritengo che la patrona del comune Predaia, che si celebra la terza domenica di ottobre nella chiesa di Santa Giustina di Dermulo, sia da identificarsi nella santa Giustina di Padova. Questa santa era era una giovane di una distinta famiglia di Padova che fu arrestata come cristiana al tempo delle persecuzioni di Diocleziano. Rifiutò di abiurare alla sua fede e fu condannata alla pena capitale che fu eseguita il 7 ottobre dell'anno 304.
Diverso è il caso della santa che dà il nome all'eremo di Santa Giustina. Infatti sulla tavola gotica quattrocentesca, che proviene dalla chiesetta dell'eremo attualmente conservata nella sacrestia della antica chiesa dei santi apostoli Filippo e Giacomo, sono rappresentati santa Giustina e San Cipriano. Questi due santi non hanno solide basi storiche e sono stati esclusi dal martirologio cristiano nel 1969. Secondo la tradizione Giustina era una giovane di bell'aspetto che aveva abbracciato la religione cristiana dedicando la vita al Signore. La sua fede convertì al cristianesimo il mago Cipriano che in seguito divenne Vescovo di Antiochia. Durante la persecuzione di Diocleziano, Cipriano fu arrestato insieme con la vergine Giustina. Furono portati a Damasco dove subirono varie torture senza rinunciare alla loro fede in Cristo. I due martiri, infine, furono trasportati a Nicomedia davanti all'imperatore Diocleziano che ordinò la loro decapitazione. Era l'anno 302 (304). Giustina e Cipriano sono commemorati come santi il giorno 26 settembre.