Buon Natale!
La tradizionale
festività cristiana ripropone di anno in anno profonde riflessioni sui
valori della vita di ogni persona: umiltà, solidarietà, amore verso il
prossimo sull’esempio del Cristo che si è fatto uomo per la salvezza
dell’umanità. Può essere un momento intimo e importante per affinare i
modi di far progredire la capacità dell’uomo a tradurre in pratica i
buoni propositi contenuti in documenti, vibranti appelli civili e
religiosi, costituzioni statuali, nei libri di tanti pensatori.
La realtà è
preoccupante: scandali finanziari dei potenti che saranno pagati dai
piccoli risparmiatori, leggi ad personam, il ricatto come leva politica
nei rapporti fra zone del mondo ricche e povere che si è tradotto in
guerre artatamente denominate di liberazione. Per i ricchi ci sono i
paradisi fiscali, per gli operai che rivendicano promesse scadute da
due anni, precettazioni e minacce; per gli amministratori pubblici
aumenti di prebende automatici e privilegi, per il popolo rincari dei
servizi e inviti alla comprensione del momento difficile. Le uccisioni
di persone nelle operazioni di guerra o di “peace keeping” causate
dagli stati potenti (l’occidente in genere, compreso lo stato
d’Israele) sono incidenti di percorso per le quali basta una scusa
formale, le uccisioni degli altri sono sempre e comunque terrorismo.
Per vincerlo si passa dalla guerra infinita, all’uso discrezionale del
diritto internazionale, senza mai impegnarsi in una riflessione seria
sulle cause che alimentano questa tragica e disumana attività
terroristica. Con un certo fatalismo si conclude che non c’è nulla da
fare: i più forti, da che mondo è mondo, hanno sempre avuto la meglio,
con ragione o senza ragione. Questo concetto, se non sbaglio, fu
portato alle estreme conseguenze dall’ideologia di Hitler e la sua
razza ariana.
Ma io so che
nel corso degli anni ad un certo punto nacque, visse e morì il figlio
di Dio. Sul suo insegnamento si sviluppò e fiorì la civiltà cristiana
che dà infinito valore anche al più piccolo, il più inerme, al più
debole delle persone, tutte immagine di Dio. Dal Natale di Cristo non
dovrebbe essere più permesso agli strateghi della civiltà cristiana di
dire che il più forte ha sempre ragione (a dire il vero si guardano
bene dal dirlo: lo fanno). Sono passati duemila anni: la tecnologia e
la scienza hanno fatto passi da gigante, per il progresso in termini di
PIL e per il suo benessere materiale la parte più progredita sta
mettendo a repentaglio la stessa esistenza del pianeta. Per quanto
riguarda i rapporti fra le persone all’interno di ogni società e i
rapporti fra gli stati, la situazione è ancora ferma al medioevo. Anche
allora la cornice su cui si reggeva la società era cristiana: in ogni
castello, in ogni casa signorile non mancava la cappella, ma la nobiltà
godeva di privilegi e di immunità mentre il popolo doveva adattarsi e
portare la sua croce: come adesso.
Colpisce il
fatto che sono chiamati “riformisti” quelli che vogliono affinare il
sistema di [s]perequazione sociale alla ricerca di un modo di aiutare
chi ha bisogno ottenendo per sé un incremento del PIL. Invece da molte
autorità e da non pochi cittadini sono chiamati idealisti inconsistenti
quelli che si adoperano affinché la guerra distruttiva moderna sia
considerata un morbo da sradicare, quelli che propongono il rispetto
dell’ambiente depredato dalla voracità di fonti energetiche necessarie
a sostenere un sistema di vita che necessariamente sarà riservato a
pochi, quelli che vorrebbero offrire ai lavoratori dei diritti invece
che dei regali. “Lavorare per poco e senza diritti è meglio che non
lavorare affatto”, si dice. Io potrei aggiungere: “Meglio stare come
Lazzaro presso la mensa del ricco Epulone a ricevere gli avanzi,
piuttosto che non mangiare affatto.” Ma Cristo non considerava Lazzaro
un benefattore!
Buon Natale a
tutti e chissà che non venga ridata dignità anche agli idealisti
nominati prima per giungere ad un “riformismo con anima e con chiare
mete che valorizzino ogni persona di questo mondo. Buon Natale!
Piergiorgio Comai Vicolo della Frona, 1 38010 Vervò (TN) e-mail:
p_comai@virgilio.it
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