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Michele Gottardi(Moro)

Prigioniero nella miniera di carbone per sette giorni

I1 signor Michele Gottardi (Micèl del Moro) si vedeva spesso sulla panchina accanto al negozio Betta nella piazza della chiesa. Talvolta raccontava della disavventura occorsagli quando era minatore in Pennsylvania e rimase intrappolato nella miniera per una settimana. Ricorda fra il resto che, per vincere i morsi della fame, lui ed i suoi compagni masticarono anche la pelle degli stivali e che uscirono dalla galleria con gli occhi bendati. I giornali locali riportarono subito il terribile fatto del 27 settembre 1915 che fu ripreso in varie occasioni.

Published: October 4, 1915

The New York Times

Copyright © The New York Times

4 ottobre 1915

Uomini sepolti per sei giorni, trovati vivi nella miniera.

I lavoratori sepolti nella miniera di carbone in Pennsylvania si rifugiano
in cima a uno scivolo (chute) per sfuggire all’annegamento.
Due giorni senza cibo completamente.
Uno riuscì a conservare la borsa con il cibo quando successe la frana,
evitando la mancanza assoluta di cibo dei prigionieri.
Tutti si salveranno.

LANSFORD. Penn., Oct. 3.- I nove minatori che furono sepolti lo scorso lunedì nella galleria di Foster Creek della compagnia carbonifere e di navigazione, a Coaldale, da una frana di detriti di carbone, sono stati recuperai vivi alle 4 :25 di oggi pomeriggio.Coaldale, Penn.

Furono trovati in cima a uno scivolo nel quale si erano rintanati per sfuggire a un’inondazione d’acqua che aveva rotto attraverso una galleria dimessa e che determinò il franamento di oltre 300 piedi di galleria principale, tagliando la possibilità di salvarsi. Ora gli uomini sono all’ospedale, e le notizie che stanotte vengono di lì assicurano che tutti si riprenderanno. Nessuno di loro, tuttavia, era in condizione questa notte di raccontare della loro straziante esperienza.

Gli uomini tratti in salvo sono Elmer Herring, Peter Lohenitz, Joseph Murphy, John McAndrews, Dominic Holcheck, John Bonner, Michael Gottardi (Bodoidy), Joseph Laigon and Charles Matokas. Due amici minatori, William Watkins and George Holleywood, riuscirono a porsi in salvo dalla loro prigione sotterranea martedì dopo essere strisciati attraverso aperture fatte nella roccia e carbone caduto.

La liberazione ebbe buon esito dopo che duecento lavoratori della miniera e dirigenti della società avevano battagliato per sei giorni contro condizioni scoraggianti per la galleria bloccata. Il loro compito fu reso più difficile da un flusso d’acqua di tre piedi dall’adiacente galleria dismessa e che si poté controllare solamente dal lavoro costante di molte pompe.

Dopo aver strappato e allontanato più di 300 piedi di roccia solida, di carbone e legname, che ostruivano compatti la galleria a causa del soffitto franato, le forze dei soccorritori stamattina presto arrivarono a uno spazio aperto attraverso il quale passava il flusso d’acqua della miniera. Ancora una volta il loro lavoro veniva fermato dalla presenza di un più profondo livello d’acqua. Una piattaforma di legni assomigliante a una larga zattera fu costruita sopra la superficie dell’acqua, e i soccorritori avanzarono verso lo scivolo dove gli uomini intrappolati avevano trovato rifugio.

In cima alla Chute (scivolo – cunicolo di estrazione -) No. 27 dal quale viene fatto scendere il carbone dalle vene più alte e caricato sui carrelli, gli uomini furono trovati accalcati insieme. Tutti erano terribilmente indeboliti per le loro centocinquanta ore di prigionia, ma quando videro le luci dei soccorritori salutarono esultanti la squadra con voci deboli.

I parenti e gli amici degli uomini sepolti, che costantemente erano rimasti alla bocca del pozzo da lunedì in attesa di notizie dei loro cari, non seppero che gli uomini erano stati trovati fino a quando il primo dei barellieri usci dal tunnel e spostò il suo carico nell’ambulanza.

La lieta notizia subitamente si sparse e in poco tempo cinque mila persone dalle circostanti città erano riunite al pozzo della miniera.

Parecchi degli uomini liberati parlarono felici coi loro barellieri mentre erano fatti uscire e da essi si venne a sapere che olio di pesce e alcune ossa di pollo schiacciate era stata la principale dieta fino a giovedì quando l’ultima 'golosità'' finì e la composizione di olio di pesce risultò essere il solo articolo a disposizione.

Ognuno aveva nella sua borsa molte torte di una sostanza fatta di olio di pesce che è usata dai minatori nelle lampade e che dà una fiamma senza fumo.

Uno di essi, John Bonner, riuscì a salvare la borsa del pranzo quando accadde la frana e ciò probabilmente fu quello che salvò gli uomini dal morire di fame. Nel porta vivande di Bonner c’era una grande quantità di pane, altri tipi di cibo che si trovano per lo più nelle lattine dei minatori, e una bella porzione di pollo arrosto.

Tutto il cibo è stato condiviso fra i compagni, ma il pollo fu conservato fino alla fine. Non sapendo quanto sarebbero rimasti imprigionati, gli uomini si suddivisero il cibo in piccole quantità. Per gli ultimi due giorni, tuttavia, erano rimasti senza cibo.


- - Disastro alla miniera Foster - -

27 settembre 1915

Somerset County, 2002 . . . Foster's Tunnel, Coaldale, 1915

Miracolo rivissuto 87 anni dopo

Gottardi Michele e compagniVestiti in abiti nuovi, gli undici sopravvissuti della miniera Foster di Coaldale sembrano eleganti nel loro nuovo vestito da "vai al meeting della domenica", quando si mettono in posa sui gradini del vecchio ospedale di Coaldale dopo la loro dimissione Gli uomini sono da sinistra a destra: in basso il ragazzo all’entrata (door boy) John Bonner, Peanuts Joseph Murphy conduttore di un tiro con tre muli, Elmer Herring riparatore, “Gint" George Hollywood, minatore:, seconda fila: Charles Matokas, operatore alla passerella (gangway), John Mcandrews, conduttore di un mulo, Holcheck (Holko), operaio e William Watkins; fila in alto: Peter Lohenitz minatore, Michael Gottardy, operaio, e Joseph Laigon, operatore alla passerella.

di DAVID KUCHTA

Il 27 settembre 1915, undici uomini sono stati sepolti nel braccio East Mammoth del Foster’s Tunnel. Il fatto è accaduto in seguito alla fuoriuscita del livello dell'acqua della Lehigh Coal and Navigation Company, situato sulla linea di confine sud-ovest della città di Coaldale, Pennsylvania.

Un improvviso afflusso di acqua della parte alta di East Mammoth ruppe il diaframma, una zona di lavoro abbandonato, e seppellì gli undici uomini per sei giorni interi. Secondo la relazione LC & N, gli undici uomini erano: quattro minatori a contratto, due operai, un battery starter, un caricatore, due mulattieri e addetto all’entrata che erano addetti a lavorare nello scivolo (chute) che in seguito fu invaso dall’acqua. Sarebbe bene notare che la divisoria superiore della galleria dell'East Mammoth del Foster’s Tunnel era stato sfruttat e il diaframma si ruppe verso la parte alta entrando nei vuoti del Foster’ Tunnel. L'acqua, che ha chiuso la parte bassa del passaggio, veniva da queste aperture. Nessun guaio era mai stato sperimentato per problemi di acqua in uno qualsiasi di questi posti di scavo. Nello scivolo n ° 24 l'acqua irruppe alle ore 11 del mattino del 27 settembre, dopo che un colpo era stato sparato da William Watkins e Gint Hollywood, due minatori competenti, che erano impegnati nell’azionare lo scivolo inclinato.

mammouth coal veinEntrambi gli uomini riuscirono a farsi strada tra l'acqua e detriti giù per lo scivolo di un taglio trasversale fino allo scivolo No. 23 dove sono stati intrappolati per 22 ore. Il volume di acqua che irruppe si incanalò dalla vecchia passerella (galleria) giù per lo scivolo No. 24 distruggendo tutto e proseguendo. L'acqua ruppe i pilastri di carbone tra gli scivoli 24 e 20. Con violenza sgretolò il rinforzo del n ° 20, che si allargò per tre volte la sua dimensione normale. Da lì, l'acqua e detriti scesero per lo scivolo No. 20 alla passerella e poi proseguì verso la bocca del tunnel. Nel suo corso l'acqua raccolse travi, pietre, carbone e materiale fine, tanto da chiudere e compattare il passaggio degli scivoli 19 al 25. Questa distanza è lunga circa 300 piedi (cento metri).

Alla notifica dell'incidente, il Soprintendente Generale interno W. G Whildin e l’ispettore delle miniere IM Davies subito decisero una consultazione e sotto la loro supervisione, incontri e piani di salvataggio per riaprire la passerella furono prontamente decise e messe in funzione immediatamente. Tre squadre di soccorso furono formate e fu assegnato un preciso compito a ciascuna. Il primo gruppo doveva fare una stretta apertura sulla parte superiore della passerella (galleria principale – gangway), il secondo doveva aprire le vie aeree o passaggio monkey (scimmia) e il terzo doveva seguire il primo gruppo in miniera per riaprire la corsia per la sua completa larghezza.

Fu riferito che 150 lavoratori hanno preso parte alle operazioni di soccorso. La squadra che apriva la corsia per l’intera larghezza, iniziò allo scivolo No. 3 e ripulì quei materiali che erano stati trasportati dall'acqua nel suo corso verso la bocca del tunnel. La squadra di soccorso che ha lavorato l'ascensore superiore della passerella, incominciò allo scivolo n ° 19 e aprì un foro di 3 x 4 piedi lungo la costola meridionale (muro del tunnel.) Questo lavoro era snervante e lento a causa delle estreme difficoltà che sono state riscontrate lungo il percorso. Tra gli scivoli No. 20 e 21 il procedere del lavoro fu ostacolato per essersi imbattuti in una macchina di miniere di acciaio e in un camion che era stato trascinato nelle acque alluvionali.

Per mezzo di una lampada ad acetilene fu tagliata una parte bastante della macchina da miniera per consentire agli uomini di seguire il filone nord e procedere con le operazioni di soccorso. Nel momento in cui gli uomini furono salvati, questa squadra di soccorso era arrivata molto vicino allo scivolo n ° 25 dove sono stati trovati quattro muli in mezzo alla vecchie travi, roccia, carbone e altri detriti.

La squadra di soccorso che avanzava lungo le vie di aerazione iniziò allo scivolo n ° 19 e procedettero al n ° 20, dove fu riscontrato che i pilastri di carbone erano stati strappati lasciando quel punto quasi tre volte la sua dimensione normale.

Tre rifornimenti di legname, bene robusti, furono usati nell'attraversare questo vuoto e la squadra di soccorso avanzò lungo questa via di aerazione. I pilastri di carbone tra gli scivoli nn. 23 e 24 erano stati gravemente danneggiati e servì una precauzione supplementare per aprire questo settore. Al raggiungimento dello scivolo No. 26, fu trovato nero umido “black dump - grisou” e CO2 e fu necessario utilizzare una fornitura di aria compressa per espellerlo in modo che il lavoro potesse continuare. Lo scivolo n ° 26 è stato il primo trovato aperto e dopo aver fatto uscire il gas umido black, gli uomini esplorarono lo scivolo alla sua bocca e trovarono il passaggio pieno d'acqua. Due pompe elettriche sono state utilizzati nel ridurre questa acqua e quando fu sufficientemente abbassata, fu costruita una zattera e cominciarono ulteriori esplorazioni nel passaggio. Il 3 ottobre, John Humphries, il caposquadra del Foster’s tunnel mentre era sulla zattera, che andava avanti nella miniera urlando, riusci a stabilire il contatto con Elmer Herring.

Herring, che era il più forte di quelli imprigionati, venne giù per lo scivolo in cui gli uomini si erano rifugiati. Herring gridò, "Mio Dio, uomo, indirizza la tua luce in altra direzione, mi sta accecando." Humphries chiese a Herring come stavano gli altri uomini? "Tutti vivi!" fu la risposta di Herrring. Successivamente Herring condusse Humphries al resto degli uomini rannicchiati nello scivolo No. 27.

Gli uomini furono trovati tutti vivi e in buone condizioni fisiche. Una piattaforma temporanea è stata costruita lungo le gambe delle travi passerella e ogni uomo sepolto, dopo essere stato intrappolato dietro un muro d'acqua, legname e carbone sciolto per sei giorni e cinque ore, fu fatto scivolare su questa piattaforma verso lo scivolo n 26.

Risalirono lo scivolo lungo il percorso che era stato aperto dai soccorritori fino allo scivolo No. 20 [1/2]. Poi, furono fatti scendere verso il passaggio in cui i medici della società diedero loro del caffè caldo e, quando necessario, un’iniezione ipodermica per stimolare i loro cuori indeboliti.

Il salvataggio fu portato a termine in maniera molto attenta. Ogni uomo fu portato in barella dallo scivolo n ° 20 [1/2] verso l'ambulanza alla bocca del tunnel. Un foglio di carta che mostra il trattamento prestato a ogni lavoratore fu consegnato al capitano della squadra delle portantine. Questo fu poi consegnato al medico dell’ospedale Panther Valley, (Coaldale), dove gli uomini furono portati per il loro recupero. Dopo il salvataggio, tutti i detriti che erano caduti nel tunnel fu asportato, dopo aver riempito 588 carrelli per il trasporto del carbone e 86 camion. Con la probabilità di ulteriori crolli, viste le condizioni pericolose per le vecchie travi posate nel fango e detriti, la presenza di nero gas umido, e pensando solo alla possibilità di ulteriori inondazioni, questo salvataggio è da considerarsi un vero miracolo.

Molta stima è da ascrivere all’ispettore della miniera David J. Roderick di Hazleton, che rispose prontamente alla richiesta di assistenza per le operazioni di soccorso e anche a tutti i dipendenti della società carbonifera senza il cui nobile impegno il salvataggio non avrebbe potuto essere realizzato.


Un altro articolo di notizie sul caso riandando al 27 Settembre 1915
da parte di Bob Urban

'They're alive, They're all alive!'

Lunedì 27 settembre 1915. Era una bella mattina d'autunno. Le foglie degli alberi del bosco di White Birch che sporgevano dagli strati di carbone erano colorate di un giallo brillante. Presto sarebbero cadute, e la dura freddezza dell’inverno avrebbe imbiancato il borgo di Coaldale.

I minatori sono tornati al lavoro dopo aver trascorso la domenica pregando con le loro famiglie, e quindi spendendo un paio di ore dopo la Messa o servizi nel bar di quartiere in attesa di una chiamata per tornare a casa per una deliziosa cena della domenica. Il pasto fu il momento clou della settimana.

In Europa, ci fu la guerra per porre fine a tutte le guerre in corso, guerra che chiamava sempre più giovani della città ogni settimana.

I giovani erano tornati a scuola. Molti di loro avevano lavorato nei campi di carbone durante i mesi estivi. Il carbone è stato cruciale per lo sforzo bellico. Alcuni di loro non sarebbero rimasti a scuola molto al di là del terzo o quarto grado. Aiutare a mettere cibo sul tavolo era più importante dell’educazione.

Fogli bianchi inamidati, mescolati con abiti da lavoro e indumenti intimi, si agitavano nella brezza sulle corde di vestiti nei cortili interni di tutta la città. Ogni lunedì era il giorno del lavaggio precisamente come ogni domenica era il giorno della preghiera.

È successo poco dopo mezzogiorno, quando la quiete del primo pomeriggio fu frantumata dal fischio a tutto volume della miniera al Foster’s Tunnel, una miniera situata nell’angolo sud-ovest della città. Era un suono che portò il terrore a tutti. Il fischio in questo momento della giornata poteva significare solo una cosa - un crollo in miniera.

Undici minatori erano rimasti intrappolati nella galleria. I tentativi di soccorso iniziarono immediatamente. Quale sarebbe stato il risultato, nessuno lo sapeva. Due di quelli sepolti, William "Bill Kaska" Watkins di Bloomingdale, e George "Gint" Hollywood di Coaldale, in qualche modo hanno avuto la presenza di spirito di seguire il percorso dell’acqua corrente e sono stati salvati il secondo giorno vicino alla superficie. Ma i segni di vita riguardanti gli altri nove erano scarse. Non c'era nessun rumore, nessun intercettazione sulle pareti di carbone, nessun grida di aiuto.

Ma ecco un terzo minatore, William "Kelly" Watkins di Nesquehoning usciva dal tunnel da solo, Da relazioni di giornali risulta che telefonò alla moglie, e le disse che tutto andava bene e che stava per tornare a casa.
Ne restavano otto e il loro destino era incerto.

The diary

Mio nonno, Bill Kolosky, aveva 19 anni di età in quel fatidico giorno. Presto Zio Sam lo avrebbe chiamato nell'esercito e alla fine è diventato l’ultimo veterano vivente della Guerra Mondiale di Coaldale. Ma per ora Bill era un minatore a tempo pieno, guadagnando 3,33 dollari per turno. E il 27 settembre 1915 fu uno delle centinaia di soccorritori che si sono uniti gli altri minatori, medici, infermieri, membri del corpo di ambulanze, i cittadini normali, e becchini all'ingresso del Forster’s Tunnel.

Durante il salvataggio, Bill trovò il tempo di scrivere alcune note sullo sforzo di soccorso. Le ho trovate, insieme con la fotografia che appare di questa rubrica, nella sua soffitta dopo la sua morte tre anni fa, all'età di 101. Il resto dello sforzo di soccorso sarà raccontato nelle sue parole, 85 anni più tardi.

  • Data dell'allagamento 27 settembre 1915 alle ore 7 :30 - 11 uomini intrappolati.
  • La domenica seguente salvataggio del primo uomo effettuata su una barella alle ore 01:30 del pomeriggio. Gli altri seguirono in rapida successione. Tutti inviati all’ospedale di Coaldale.
  • Watkins e Hollywood riuscirono a uscire dallo scivolo 24 al secondo giorno. Furono loro che trapanarono in una vecchia galleria abbandonata, non segnalata, che poi rilasciò migliaia di galloni d'acqua.
  • Watkins e Hollywood cercarono una via di fuga scendendo per lo scivolo 24 per 2 giorni attraverso vecchi fronti d'avanzamento e finalmente uscirono dallo scivolo 13.
  • Nove altri uomini scesero per vari scivoli e si radunarono in un terrapineo nello scivolo 27.
  • Questi uomini non avevano nulla da mangiare dal momento che i sacchetti col cibo pendevano dai pioli della galleria. Il passaggio era completamente ostrito dallo scivolo 14 al 26.
  • La galleria fu ripulita dalla squadra dei secchi dallo scivolo 13 al 26. Una zattera prese gli uomini dallo scivolo 27 al 26. Poi, risaliti attraverso scimmia (scivolo di aerazione) 13, quindi la sicurezza.
  • Mortalità: quattro muli annegati.
  • Bonner (l’operaio all’entrata della galleria) andò da Murphy per una corsa in galleria – vi rimase 7 giorni.
  • Lohenitz mangiò 'sunshine' - splendore di sole - (cera - olio di pesce) usata per alimentare la fiamma delle le lampade sull’elmetto dei minatori).
  • Tutti gli uomini erano pagati per un turno (ma di questo non ho alcuna prova) Uno turno è di 8 ore il lavoro per dollari 3,33.
  • Ero un dipendente a tempo pieno in quel momento, lavorai molte ore nel tentativo di salvataggio.
    William Kolosky 

Una grande folla di curiosi, i soccorritori e spettatori, salutarono gli uomini così come sono emersi dalla miniera nel pomeriggio di Domenica 3 ottobre, 1915. Quello che stavano assistendo era veramente un miracolo. Nessuno degli uomini è stato ferito in modo grave. Hanno trascorso un paio di giorni nell’ospedale di Coaldale per riprendersi, e, vestiti di abiti nuovi, hanno posato per una fotografia sui gradini dell'ospedale, e poi andarono a casa dalle loro famiglie, e, infine, di nuovo alle miniere.

Il defunto Casey Gildea, direttore ed editore del vecchio Coaldale Observer, scrisse un finale adatto alla saga il giorno successivo al salvataggio quando disse le parole: "Sono sopravvissuti a delle difficoltà che non possono essere descritte né a parole, né con la penna."

Il giornalista Bob Urban scriveva: Undici uomini tempo addietro rimasero intrappolati in una miniera di Coaldale nel Foster’s Tunnel nel 1915. Nel giorno in cui in cui furono dimessi dall'ospedale, ero stupito che questi poveri minatori potessero apparire tanto eleganti col vestito da festa più bello. Tutti apparivano come fossero vestiti per un matrimonio - o per il loro funerale a cui erano sfuggiti imbrogliando il lugubre mietitore. La maggior parte sembrava dei ragazzi e lo erano.
La lotta per la vita e la morte

La saga per questi undici uominiminatori
cominciò un lunedì del settembre dell'anno 1915, quando un'imponente massa d'acqua dilagò nel Foster’s Tunnel, nella sezione sud occidentale di Coaldale, bloccandoli sotto terra. Era un lunedì alle ore sette e trenta del mattino. E non fu prima della domenica seguente che furono liberati.
 I loro nomi: John Bonner, Joseph Murphy (Peanuts), Elmer Herring, George Hollywood (Gint), Charles Matokas, John McAndrews, Dominic Holcheck, William Watkins, Peter Lohenitz, Michael Gottardi e Joseph Laigon.


Otto uomini sepolti per quasi una settimana sopravvivono senza lesioni gravi. Scongiurato un disastro minerario nel 1915 dal miracoloso impegno dei soccorritori di Coaldale.

09 marzo 2000 |da GEORGIE PAUFF, special al The Morning Call

Quando la sirena di fine turno della miniera di carbone strillava, i cani ululavano e i bambini si mettono le dita nelle orecchie per difendersi dal suono stridulo e lacerante. Ma quando la sirena suona in momenti diversi dal solito il fischio delle 5 del mattino, che segnala l'inizio della giornata lavorativa, c'era motivo di preoccupazione.

Il grido triste di allarme della sirena risuonò poco dopo mezzogiorno lunedì, 27 settembre, 1915. Undici minatori erano statu sepolti nel Foster's Tunnel a sud di Coaldale Hospital. Ciò che seguì fu una delle settimane più angosciose della storia di Panther Valley. Il tunnel è diventato il punto focale di uno dei disastri minerari e sforzi di soccorso più straordinari di questa zona. E nessuno poteva prevedere come la tragedia sarebbe finita

Tutti gli uomini abili che non lavoravano, i medici locali, gli infermieri fuori servizio, le squadre di pronto soccorso e i corpi locali delle ambulanza si portarono alla miniera. Nelle vicinanze, carro funebre del paese di Nesquehoning stava in inquietante attesa.

Le prospettive per i minatori non erano buone. i richiami sonori da parte degli uomini erano rimasti senza risposta e soccorritori temettero il peggio.

Fortunatamente due degli 11 uomini intrappolati, William "Kaska Bill" Watkins di Bloomingdale, una localita di Panther Valley, e George "Gint" Hollywood di Coaldale, seguirono l'acqua corrente e furono trovati dai soccorritori il giorno dopo.

Un altro minatore intrappolato, William "Kelly" Watkins, il figlio di Thomas Watkins di Nesquehoning, trovo la via d'uscita dal tunnel senza aiuto, si portò direttamente a un telefono per chiamare la moglie. "Sei tu, Sadie?", gridò. "Grazie a Dio, sono salvo. Sarò a casa in 15 minuti!"

Il Fosters's Tunnel era stato scavato in direzione sud nel monte Sharpe come galleriaa livello dell'acqua. Quando si giunse al filone Mammoth, i minatori hanno seguito la grande vena a ovest verso est Tamaqua e ad est verso Lansford.

Fu in questo ramo a est che la volta della galleria è crollato, intrappolando gli uomini dietro un enorme muro di detriti.

Poiché questa galleria si trovava nel punto più basso delle lavorazioni, dall'esterno entrò un grosso flusso d'acqua.

Il crollo bloccò il drenaggio e acqua cominciò a inondare la galleria. I minatori ora si trovano di fronte a un triplice pericolo: intrappolamento, aumento del livello d'acqua e la formazione di gas mortali noti come "black damp".

Che tre uomini fossero sopravvissuti, stimolò le squadre di soccorso a scavare furiosamente. In serata, gli uomini avevano eliminato 56 piedi della gangway - passaggio-, ma non c'era traccia degli altri otto.

Giovedì mattina, 30 settembre, le squadre di soccorso sospesero lo scavo per ascoltare  intercettazioni sonore,modo tradizionale dei minatori di far sapere all'esterno che sono ancora vivi. Non si udiva nulla e il lavoro di soccorsà riprese febbrile.

A questo punto erano stati rimossi 126 vagoni di detriti; tuttavia, non vi era ancora alcun segno di vita. Il titolo del "Corriere Tamaqua Sera di Venerdì 1 ottobre, diceva: La speranza di recuperare gli uomini sepolti nel tunnel è abbandonata.

I soccorritori avevano incontrato il mostale gas "black dump" durante i loro sforzi frenetici e dovettero attendere che il gas fosse eliminato prima di riprendere il loro lavoro. Quando la notizia dell gas raggiunse la superficie, fu riferito che il padre di uno dei minatori disse: "Le loro possibilità sono una su mille!"

Nel pomeriggio di domenica 3 ottobre, il caposquadra John Humphries salì su una zattera improvvisata galleggiando fra l'acqua che aveva quasi colmato la galleria e la volta stessa. Mentre avanzava urlava forti richiami. Humphries si sentì felice quando ricevette risposta alle sue chiamate.

Il caposquadra trovò gli otto minatori rannicchiati nel piano inclinato numero 27, miracolosamente vivi dopo essere stati sepolti per quasi una settimana.

Il Corriere Tamaqua Sera riportò la notizia il lunedì, 4 ottobre, citando un soccorritore che portò la notizia in superficie. "Sono vivi! Sono tutti vivi! Li abbiamo trovati!" urlò con gioia.

Gli uomini erano deboli ed esausti dopo la loro dura prova, ma nessuno rimase gravemente ferito. Quando il cibo ebbe fine, gli uomini affamati avevano mangiato "Sunshine", la cera che serve ad alimentare le luci sui loro caschi, e avevano bevuto l'acqua della miniera contaminata con allume.

La folla che si era radunata intorno all'entrata della galleria chinò le teste in un momento di preghiera riconoscente e poi si lasciò andare a un fragoroso applauso che echeggiò per le montagne che circondano la valle.

La gente si accalcava spingendo quando gli uomini furono estratti dal tunnel.

Tutti volevano vedere da vicino il miracolo che si era verificato. Gli uomini, mezzi morti di fame, gli occhi infossati, sventolavano debolmente dale portantine e vennero sistemati sulle ambulanze.

La folla lentamente si allontanoLa. Molti andarono sollevati alle loro chiese per offrire preghiere di ringraziamento.
Il giornale "Coaldale Observer", in quel 4 ottobre, giustamente scriveva: "Essi superarono delle  difficoltà che non possono essere descritte né da lingua né da penna.".

Georgie Pauff è l'autore dell'articolo, è il  presidente della "Nesquehoning Historical Society".

Altri racconti

Un altra cronaca del salvataggio, nel bollettino "The Lehigh Navigator'' della compagnia per il carbone Lehigh Navigation pubblicato nel marzo 1953, disse queste cose:

Sei tu, Elmer? - Sì. - Come stanno gli altri uomini? - Tutti vivi.

Le parole “TUT'TI VIVI!. TUTTI VIVI!" furono mandate per una fila di 150 addetti al soccorso e fuori alle migliaia di persone che aspettavano ai piedi della collina all’esterno dell'area della miniera della Old Company conosciuta come Foster’s Tunnel. Preghiere di ringraziamento furono elevate come il lavoro di una settimana di soccorso raggiunse il suo felice esito. Nove uomini indeboliti ma riconoscenti furono portati fuori uno ad uno su zattere fatte galleggiare sull'acqua che si ritirava ed era calata proprio appena di 20 centimetri sotto la volta della galleria principale. Essi furono sollevati per un piano inclinato di 30 piedi, fatti passare lungo il condotto il aerazione e giù per un altro piano verso la galleria principale prima di essere condotti fuori dal tunnel verso la superficie. Un’ambulanza portò di fretta ogni uomo all'ospedale Coaldale dove un reparto era mantenuto libero per gli uomini sepolti in miniera fin dall’inizio di sei giorni e sei ore prima. Come l'ultimo uomo fu estratto la folla ai piedi della collina si girò silenziosa e prese la via di casa, l'angoscia di una settimana lentamente si scioglieva. I valorosi 150 ebbero il loro primo pasto caldo dall'incidente e un ben meritato riposo.
Un altro momento di crisi era stato superato a Panther Valley.

Il racconto ricordava che gli uomini furono letteralmente lanciati lontani per 75 piedi dallo spostamento d'aria causato dall'acqua che stava per arrivare. E continuava:

L'acqua saliva al livello della loro testa e li costrinse a portarsi avanti per la galleria alla disperata ricerca di un piano inclinato libero attraverso il quale riuscire a salire verso la salvezza. La notizia che l'acqua aveva rotto attraverso il Foster’s Tunnel e che undici uomini vi erano rimasti imprigionati si divulgò come un baleno e l'operatore al centralino telefonico dell'ufficio della galleria fu incaricato di rintracciare tutti i dottori, ambulanze, ministri e sacerdoti del vicinato e di invitarli al Foster’s Tunnel. L’operazione di soccorso incominciò. Essi la lavorarono da lunedì fino a giovedì pomeriggio attraverso il carbone compatto e liberarono il condotto di areazione di un piano inclinato che metteva in comunicazione la galleria allagata dietro il punto di rottura. Allora poterono passare per il condotto dell'aria, giù per un piano inclinato e avanzare carponi verso il posto dove gli uomini imprigionati lavoravano. L'acqua era calata ed era 20 centimetri sotto la volta della galleria. Furono costruite delle zattere e il gruppo di soccorso le usò per avanzar ulteriormente nella miniera. Era accertato che gli uomini, se ancora vivi, si sarebbero trovati in uno dei piani inclinati. Pertanto la prossima mossa dei soccorritori era quella di cercare in ogni passaggio.

Passarono altri tre giorni durante i quali i lavoratori si aprirono lentamente la strada nella miniera, i loro pensieri concentrati sulla necessità di trovare gli uomini in poche ore se volevano trovarli vivi. Alla fine della mattina di domenica, quando uno di loro venne giù da un passaggio per vedere se l'acqua si era sufficientemente abbassata, i soccorritori presero contatto con Elmer Herring, il più forte degli uomini bloccati.

Dopo che gli uomini furono portati fuori dalla miniera, furono rimossi i detriti di carbone e le armature cadute che li avevano tenuti prigionieri; con questo materiale si riempirono 588 vagonetti ed 86 autocarri.