Antichi tesori in Val di Non
La chiesa di S. Bartolomeo - Romeno

 

Una gita con sorpresa: Maso S. Bartolomeo di Romeno -  
di Piergiorgio Comai


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In un bel pomeriggio di inizio ottobre andammo a fare una facile puntata in alta Val di Non, a Malosco, e una camminata per la panoramica Kaiserpromenade che porta a Ronzone.Maso Calliari Là in fondo si vedeva Romeno ed ho pensato a una chiesetta o eremo di cui avevo letto qualche cosa:la "Corte di San Tomé”. Decidemmo di vederla dal vivo nel ritorno. Le indicazioni segnalano il Maso San Bartolomeo e infatti, poco discosto da Romeno verso ovest, arrivammo al complesso del maso con struttura di agritour e caseggiati dell'azienda agricola. E li a sinistra ecco la sagoma della piccola chiesetta vetusta. Mi ricorda la chiesetta di Segonzone, piccola pure essa e ricca di affreschi. Andai avanti, era aperta ai visitatori liberamente. Le strutture denotano la sua antichità e le pareti, con i molti affreschi recuperati, lasciano intravvedere la bellezza di quando gli artisti la decorarono: una piacevole sorpresa. Provo a raccontare il tutto con alcune mie fotografie cominciando da Malosco.

Panorama oltre l'OzoloOltre l'Ozolo Verso il BrentaVerso il Brenta KaiserpromenadeKaiserpromenade Monte Lucoverso il monte Luco Fontana di MaloscoPiazza di Malosco

Camminare per la Kaisepromenade è stato rilassante: giornata serena, cielo terso, gli splendidi monti della Val di Non dalle Maddalene, al Brenta, in fondo la Paganella, poi la Predaia e il Roen. Fatta una visita al grazioso abitato di Malosco, nello scendere verso Fondo, ci siamo soffermati presso il castello Morenberg che sta per essere abbellito e rinnovato all'esterno.

Chiesa di Malosco
Moremberg
Chiesa di Malosco.

Il Castello Morenberg - Sarnonico

Alla scoperta della chiesetta di san Bartolomeo


Ecco davanti a noi la parete di fondo della semplice chiesa, annessa all'antico ospizio, con l'abside sporgente. Alla destra del viottolo che conduce all'entrata e in aperta campagna ci sono i caseggiati del maso gestito come Agritur.

Ingresso
Sagrato
Verso la chiesa di San Bartolomeo

Veduta frontale della chiesa

Mi sorprende il trovare la chiesa aperta al pubblico e mi trovo davanti la navata che termina con tre absidi. Le pareti mostrano gli antichi affreschi che lasciano intuire il primitivo spendore. La volta dell'abside centrale è occupata dal Cristo Pantokrator benedicente e, appena percettibili, i quattro evangelisti con i loro simboli fra molti fregi.

interno
arcosanto
Interno con le tre absidi

Abside e volta centrale

Gli affreschi dell'angolo Nord-est a strati sovrapposti ricordano storie di santi e una scena del martirio. Gli affreschi dell'angolo Est-Sud sono meglio conservati: è narrata la Natività, l'adorazione di Magi, la Crocifissione, la Deposizione dalla Croce e San Martino.

parete nord
angolo est-sud
Vari santi e in alto, forse, la famiglia di Erode

Da sinistra la Natività, i Magi, la crocifissione.

La parete Sud verso il fondo lascia intravvedere il racconto del Giudizio universale. Nella scena della deposizione sono da notare i simboli di sole e luna che rappresentano rispettivamente il Papa e l'Imperatore.

Parete Sud
Deposizione
Parete Sud: con pochi lacerti a destra.

La Deposizione in primo piano.

La vecchia pala dell'abside maggiore è appoggiata alla parete di fondo. Il dipinto rappresenta i santi Bartolomeo e Tommaso e, in alto la Madonna con Bambino. Nella parete dietro il fonte battesimale si vedono parti dell'affresco del Giudizio Universale.

parete di fondo
Battistero
Vecchia pala dell'altare: Madonna con bambino

Fonte battesimale e affresco del giudizio universale.

Due particolari degli affreschi della parete Nord. Nel primo si nota un personaggio con due donne accanto che, dall'alto, osserva cosa avviene di sotto. Nel secondo sono allineate le figure di cinque sante.

interno
arcosanto
Erode con Salomè e la madre, forse.

Figure di cinque sante

Vediamo da vicino gli affreschi e le decorazioni delle tre absidi.

Nel centro del tamburo dell’abside è raffigurata l'entrata di Gesù a Gerusalemme e, ai lati, i 12 apostoli. Le tre finestre sono simbolo della Santa Trinita

Ingresso
San Bartolomeo
La parete di fondo dell'abside centrale.

Finestra e due apostoli.

Sulla cupola dell’abside di sinistra quattro cherubini dalle ali multicolori, occupano completamente
lo spazio della parete e sorreggono la figura di Cristo, in mandorla. Nella parte bassa della volta dell'absidiola di destra, guardando verso l'esterno, è dipinta la figura di un vescovo.

interno
arcosanto
arcosanto
Abside di sinistra

Cristo e i cherubini

Abside di destra

Le volte delle due absidi sono occupate da rappresentazioni di Cristo benedicente differenti. Gli evangelisti che stanno attorno al Cristo in mandorle centrale sono di ridotte dimensioni.

Ingresso
Cristo sorretto dai cherubini dall grandi ali

Cristo benedicente con i 4 Evangelisti

Al centro della della cupola dell'absidiola di destra, in un tondo, sta l'Agnello mistico con croce. Come raggi si dipartono le figure degli apostoli Pietro e Paolo, il busto del vescovo e, verso Est, il busto di un terzo Cristo benedicente. Anche qui si apre una finestra a cerchi.

interno
arcosanto
Volta dell'abside di destra con l'agnello mistico

La finestra della absidiola di destra

Qualche particolare degli affreschi e del quadro della madonna con Bambino

Busto di vescovoBusto di vescovo Cristo benedicenteCristo benedicente Pala d'altarePala d'altare San PietroSan Pietro chiodoParticolare

Notizie sul maso e ritorno a casa


Non ci sono notizie certe dell'origine di questa chiesa. Romeno, uno degli insediamenti umani più antichi dell'Alta Valle, era sede di una coorte romana al tempo di san Vigilio e si ritiene che la chiesetta sia stata opera dei tre Cappadoci come quella poi distrutta di Sanzeno. La presenza della guarnigione romana la preservò dalla distruzione. Accanto sorse la costruzione della sede della gastaldia di Romeno dove si amministrava la giustizia, chiamata "Corte di S. Tomè". Le nostizie storiche cominciano dal lontano 1191. Al tempo del vescovo Federico Vanga era sede di un importante ospizio per dare protezione e asilo a viandanti e pellegrini. Il complesso, con il podere annesso, passò come beneficio ecclesiastico al seminario vescovile. Nel 1614, alla "Corte di S. Tomè", si tennero alcune sedute per la raccolta di testimonianze della presenza di streghe. Al processo alle streghe di Coredo fu condannata per prima Maria vedova di Tommaso Polizan di Romeno detta la Pillona.
Nel 1667 il maso con gli annessi e la chiesa fu dato in locazione perpetua ai fratelli Giovanni e Nicolò Calliari di Romeno, i cui discendenti sono tutt'ora proprietari. Dell'antica costruzione restano dei muri, incorporati nella casa colonica, qualche avvolto e un affresco romanico (vedi foto alla destra). La chiesa fu conservata con cura dalla famiglia Calliari e nel 1985 fu ceduta alla Chiesa parrocchiale di Romeno. I numerosi visitatori ammirano e apprezzano questo eccezionale tesoro di arte pre-romanica e romanica parte integrante del Maso san Bartolomeo.

L'azienda agricola Maso San Barolomeo pratica l'agriturismo con successo. Lasciata questo interessantissimo posto, sulla via del ritorno, siamo scesi al paese di Dambel che se ne sta un poì appartato. Vale la pena salire al Dos dei Sadorni per ammirare la chiesa dedicata a santa Maria Assunta e per godere di un ameno scorcio della Valle di Non. La tradizione vuole che lì sorgesse un tempio dedicato a Saturno con sotterraneo ora riempito da sepolture, trasformato poi in chiesa cristiana.

maso S. B.
arcosanto
Maso S. Bartolomeo

Dal colle di Dambel
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