di Comai Piergiorgio



Lavachel

Vervò è un paese di montagna della Val di Non a 900 m/slm. Dal 1200 il territorio della magnifica comunità di Vervò si estende su un area di circa 15 km2. La campagna coltivabile è di circa 300 ettari e il rimanente territorio è costituito di bosco, foreste e incolti.

Sull’area della sua montagna operarono nel tempo due malghe per sfruttare le zone prative o di pascolo. La prima sorgeva in alto a 1450 msl fra il Corno di Tres e i monti Cimoni di Vervò denominato Lavachel. La seconda fu costruita e attivata nella zona “Prati del Mont” a una quota di 1060 slm.


Malga Pra della Vacca


malga monte

Sulla sua montagna in alto, fra i Cimoni di Vervò e il Corno di Tres un’area di prati e radure si prestava per il pascolo. La sua denominazione antica era “Lavachel”, più tardi denominata “Pra della Vacca” e infine “Malga Alta”. Di lì passava il percorso molto frequentato che collegava la Val di Non alla Val d’Adige.

silvicolturaDal secolo XIII in poi, fino al XX il Lavachel era disponibile per la comunità nel caso i vicini deliberassero di “far malga”.

È stato fonte di entrate per la comunità: infatti i vicini, dietro compenso, lo affittavano alle persone della valle o della vicina Val d’Adige per portare all’alpeggio, pecore, capre o bovini ed anche per approvigionarsi di legna. Da quando non fu utilizzata come malga, il comune o l’amministrazione Separata Usi Civici affittava i prati della Malga Alta annualmente tramite incanto. Nelle zone adatte al pascolo ultimamente furono messi a dimora molti abeti che ricoprirono l’area.



Estratti di documenti

Un caso singolare che illustra le forme di democrazia della comunità

1561 - Jacobo Berlai decide di non mandare la sua mucca da latte in malga. I vicini lo costringono a seguire la regola e deve adattarsi al deliberato.

Sintesi della questione dall’Archivio Comunale

Jacobo Berlai ha una mucca da latte; forse non possiede capre o queste non danno latte nel periodo in questione. Ha dei figli in tenera età e decide di non mandare in malga la sua mucca. La comunità non accetta questa violazione della regola e condanna il Berlai. Ma la lite non viene composta in sede locale dai giurati, ed il Berlai ricorre al grado superiore. Forse l’interpretazione della regola della malga non era chiaro.

Così la causa viene portata davanti all’assessore dottor Hieronimo Grandi.

Dopo aver sentito le parti, il 18 giugno, l’assessore Hieronimo Grandi de Ripa si trasferisce a Tres, in casa di mastro Vernardini, lapicida, per sentire vari testimoni ed emettere la sentenza. Jacobo Berlai ha come prolocutore avvocato il signor notaio domino Guariento di Rallo.

Si giura sulle scritture e sugli evangeli ed alla fine ecco la sentenza:

Questo fatto emblematico ci dice che era stato deciso l’alpeggio al Lavachel per il bestiame della comunità e ci fa capire l’attenzione posta dai vicini affinché le regole comunitarie, una volta approvate, siano vincolanti per tutti. L’eccezione, per quanto giustificata, per quanto comprensibile umanamente, non può essere ammessa.

Altri documenti che parlano della malga Pra della Vacca e suo utilizzo.

1661 – Locazione temporanea con i testimoni Nicolò Tavonatti e Bartolomeo Conci Venerdì tre giugno Francesco Cristoforetti e Valentino Gottardi come giurati e Valentino Giovanetti e Cristoforo Cristoforetti regolani concedono a Giovanni Simoni, notaio di Tres, la montagna del Lavachel (Pra della Vacca) da utilizzare come pascolo e con l’autorizzazione di tagliare “fovi da menare (faggi da condurre) a casa sua” a Tres transitando solamente per la Via Nuova. Il contratto ha una validità di cinque anni dietro canone di 25 troni all’anno.

1666 - Viene rinnovata per altri cinque anni al signor Giovanni Simoni e alla sua famiglia la locazione della valle del Lavachel per pascolare con quante e quali bestie voglia, e per tagliare fovi (faggi), ma non altre piante. Userà la strada che esce da via Nova e non altre. I Vervodi possono mandare un paio di manzi, ma con custodia.

1670 - Il due febbraio la montagna del Lavachel è affittata a mastro Antonio de Franceschi e Francesco Cristoforetti per sette anni a ragnesi 4 l'anno. Se i vicini volessero “far malga” il contratto non sarà valido, ma la comunità dovrà pagare un indennizzo adeguato.

1698 – Il ventisette maggio il Lavachel dal “Spigol del Corn” ai confini con Vigo è affittato a Giovanni Gottardi di Vervò e Bortol Piato della val di Fiemme per 10 fiorini tedeschi annui.

1706 – Sono introitati dai regolani 11:0:6 ragnesi per l’affitto del Pra del Lavachel.

1716 - Il Pra della Vacca è affittato ai pastori di Favogna.

1740 -. La montagna del Lavachel è stata affittata al signor Pratzl di Salorno.

1749 – Per la locazione di cinque anni del Lavachel la comunità riceve 450 troni da Giuseppe Pratzl di Salorno.

1753 - Il 15 maggio la comunità vende il taglio di piante al Lavachel a Carlo Conci di Tres, cognato del notaio scrivente, a Pietro Zadra, a Giovanni Giacomo e Biagio Franceschini, a Biagio fu Biagio Zadra e altri Zadra a nome anche di Michele Antonio Corazzola per ragnesi 100 da 4:5 troni da pagarsi entro tre anni alla comunità o al curato di Smarano come sarà loro detto. La durata di questa concessione è di anni 18 con la clausola che possano pascolare o far malga e che abbiano il tempo per boscheggiare (far legna) completamente.

1763 - Viene concessa in affitto l’erba al Lavachel a Giacomo Lezzer di Malgolo con malga e tutti gli attrezzi per 50 troni e la solita regalia al giurato. I vicini gli affideranno tutte le armente dal 17 giugno al 31 agosto: per ogni lira di latte darà otto lire di utile, cioè 4 di formaggio, due di burro e due di poina (ricotta), per le manzette erba senza pagamento e i manzetti non siano accettati. La comunità gli darà il pastore per il solo vitto. Per le capre darà per ogni lira di latte 4 lire di utile in formaggio, tre di poina e una di burro. Se vuole e se l’erba è sufficiente, può prendere bestiame forestiero a suo piacimento.

1770 - Le Alpi pascolive al Prato della Vacca (Lavachel) confinano con 1) Beni di Favogna, 2 e 3) Vervò, 4) Taio e Tres nel qual recinto esiste la malga col prato annessi.

1774 – Si precisa che dopo la segagione (metà agosto circa) la mandria dal Lavachel può scendere ai Prati del Monte.

1775 - In Cortaccia la comunità di Vervò raggiunge un accordo con Felice Antonio Manfroni capitano di Cortaccia, con Francesco Hindermann, con Giuseppe Sbaigl e Martin Moar col quale si assegna per cinque anni la montagna del Lavachel per tutto il suo pascolo e dopo la segagione anche nei prati del monte di Vervò col permesso di bruciare i rottami di legni tagliati e ciò per 100 ragnesi o fiorini alemanni 100 da 5 troni e il pagamento del viaggio a Cortaccia.

1805 - Luigi Felicetti prende in affitto la malga (Lavachel) dal 1805 al 1812 per troni 8 e carantani 47.

1834 - Si affitta il Lavachel per fare legna a quelli di Tres.

1837 - Pietro Gottardi è il pastore al Pra della Vacca e il casaro è un certo Palma della Val d’Adige.

1841 - La malga al Pra de la Vaca è affittata al conte Thun per fiorini abusivi 35, 30.

1845 - Luigi conte Thun ottiene il permesso di caccia per fiorini 6:30. e la malga al “Pra de la Vacca” per fiorini 35, 60.

1851 - Sono stati eseguiti lavori di ripristino e sistemazione degli immobili della Malga Alta: stallone, casello, baito del latte, riparo per le capre. La spesa è stata di fiorini 537: 39. Ora la malga è affittata per tre anni.

1870 - Un gruppo di persone di Vervò intende costituire la società “Casello” che si interessi dell’alpeggio del bestiame e della lavorazione del latte. Il comune affitta a questo gruppo il “Pra del Tor” per tre anni a fiorini 2 all’anno.

 1872 - Il Comune si accorda con la società “Casello” di avere a disposizione un toro sufficiente. Dispone poi che siano preparati tubi di legno traforati per la fontana sotto la Malga Alta.

1873 - Si eleggono i periti per valutare la quantità di legni da assegnare alla società "Casello" per condurre l'acqua dalla Strenta alla Malga Bassa.

1875 - Il comune si assume la spesa per restauro della Malga del Pra della Vacca al fine di permettere il riparo al bestiame e ai mandriani in caso di intemperie e la affida in gestione alla neo costituita società "Casello". Il pascolo si può spostare anche ai prati del monte. Per l’affitto la società paga 4 fiorini al Comune.

1876 - In giugno, su richiesta del presidente della società “Casello”, il Comune decide di completare i lavori di sistemazione dello stallone della Malga alta stabilendo lavori a turno di tutti i vicini. La società “Casello” versa al Comune 55 fiorini per l'affitto della Malga alta e dei suoi ordegni (attrezzi).

1877 - Il 20 maggio il sindaco va a Cles per discutere una causa sul diritto di pascolo sulla montagna di Taio con le bestie della malga Pra della Vacca.

1882 - A gennaio 1882 la società “Casello” è sempre attiva: era costituita come unione dei possessori di zone al monte sulle quali fanno pascolare il bestiame per convenzione interna e ne ripartiscono le spese di esercizio. Il pascolo veniva praticato anche sui terreni comunali per diritto di uso civico. La società chiede al Comune di assumersi la gestione nel caso che si deliberasse lo scioglimento. La delegazione comunale prevede che per quest'anno la gestione prosegua come per l’addietro

Il 4 febbraio il Comune, in vista del probabile scioglimento della società Casello, fa la ricognizione di quello che si può fare per rendere operativa la Malga Monte con prati comunali e di possessori che donano o che cedono i terreni dietro compenso,

Il 18 maggio 1882 la società “Casello” cambia ragione sociale e diventa comunale. Il debito totale ascende a fiorini 1301: 60. Il comune si fa carico di una parte del debito, precisamente 600 fiorini. Si approva il tutto con soddisfazione reciproca.

1883 - Dal presidente della malga (società "Casello”) il comune incassa 6 fiorini.

Da quando inizia l’utilizzo della malga “Vialmont” la Malga Alta sarà affittata per il pascolo.


1883 - Vervò pretende che anche il versante dei Cimoni - le Zime - a levante sia suo e di avere diritto di pascolo e legnatico. Il signor Widmann di Favogna si oppone e inizia una causa perché ne è il proprietario e il territorio a Est non è affatto gravato di pascolo a favore di Vervò. 1884 - Si tenta un accordo con il signor Widman per il pascolo delle Cime: il confine sia lo spartiacque, ma paghi le spese e 100 fiorini per la cassa dei poveri (monte Rotmond).

1884 - Il 13 dicembre 1884 l’autorità competente prende la decisione di confermare del diritto di passo sulle strade del catasto di Tres per l'accesso e il regresso dal Pra della Vacca.

1885 - Il 12 luglio, alla sessione comunale N° 50, venne letto il decreto Capitanale 30 giugno p.p. N° 9361 in cui il Capo comune fu minacciato di altra multa di fni 50 se immediatamente non fa allontanare le 500 pecore monticate alla Malga Alta ecc ...

1888 - la malga Alta viene affittata a Antonio Liber di Folgaria per pascolare le pecore.

1893 - È messo in evidenza il diritto di pascolo per la Vervò anni '60Malga alta – (Pra della Vacca) sulle particelle 2539/2541 di Taio e il diritto di pascolo sul bosco di Tres in località Pontara.

1914 – Il giorno 8 gennaio 1914 un documento conferma il diritto di passo sulle strade del catasto di Tres per l'accesso e il regresso dal Pra della Vacca secondo decisione del 13 dicembre 1884 e conferma pure la servitù di pascolo dopo la segagione sulle particelle private dei prati in Predaia su catasto di Tres.


In seguito il Pra della Vacca era affittato dal Comune o dall’ASUC di Vervò per lo sfalcio ed ora è inserito nel resto della foresta.


Malga al Monte di Vervò


malga monte

Nel 1882 si costituì una Società della Malga o Casello” che propose al Comune di costruire in località “VialMont” una nuova malga (esisteva la Malga Alta al Lavachel - Pra de la Vaca - gestita dalla società “Casello”). I prati attorno alla progettata malga erano privati; furono stimati e il Comune li acquistò ratealmente e con permute di proprietà comunali nella campagna di Vervò. La malga divenne comunale.


Estratti di documenti presenti nell’archivio Comunale

1882 - Il malgaro Il 4 febbraio 1882, in vista del probabile scioglimento della società Casello, si fa la ricognizione di quello che si può fare per rendere operativa la Malga Monte con prati di possessori che donano o che cedono i terreni dietro compenso.

1882 - Il giorno 8 marzo alla sessione forestale si chiede di poter permutare alcune particelle fondiarie sopra il paese, e alle Sort con le particelle fondiarie dei particolari possessori Vialmont onde poter rendere operativa l’attuale malga esistente. Alle Sort ci sono circa 2000 pertiche di terreno pascolivo.

1882 - Il 2 giugno l’Eccellentissima Giunta provinciale emana un decreto, N° 6982, in cui, sentita l’imperial regia Autorità preposta in linea forestale, accordava il permesso di poter comprare le particelle prative sul monte di Vervò di vari particolari. Nella sua domanda del 22 Aprile 1882 N° 625 il Comune aveva fatto sapere che per pagare le dette prative il Comune aveva disposto e progettato di affittare per vari anni la località “Malga Alta” e coll’importo annuo d’affitto pagare il pascolo alla Malga Bassa. Per queste giustificazioni l’eccelsa Giunta ammetteva la compera.

1882 Entra in funzione la malga al monte che da sociale (come gestione) diventa comunale. La comunità acquista i terreni pagando in soldi e parte con permute in Brenz o in Grum.

1883 - Per pagare gli acquisti dei prati della Malga del Mont si provvederà a predisporre un piano di liquidazione di anno in anno, a seconda delle disponibilità di bilancio, dando la precedenza per estrazione.

1884 La comunità prende in affitto per nove anni i fondi del beneficio di san Giorgio di Thun al monte (per la malga si suppone). 1885 - Copia del contratto di vendita di un prato alla malga per 90 corone da Luigi Gottardi fu Guglielmo (famiglia Vielmo).

1885 - Il giorno 30 giugno con un decreto capitanale il Capocomune venne minacciato di fni 50 se entro 3 giorni non fa ricacciare in paese le N° 35 pecore che si trovano sulla Malga del Monte e si domanda come si debba operare.

1855 -

Il 12 luglio 1885 si tiene nella Cancelleria Comunale la sessione n° 50 – per la difesa per diritti di pascolo al Monte.

Sono presenti il capo comune Gottardi Cristoforo, il deputato: Gottardi deputato, Sembianti Deputato, Giacomo Strozzega, Gottardi Francesco, Sembianti Giovanni Battista, Nicoletti Pietro, Zadra Luigi, Bertoluzza Francesco

Nel mentre che il Capo Comune si reca in Trento quale incaricato la Rappresentanza, si  consiglia di offrire all’I.R. Autorità il decreto dell’Eccellentissima Giunta provinciale dei 2 Giugno 1882 N° 6982 in cui, sentita l’I.R. Autorità preposta in linea forestale, accordava il permesso di poter comprare le particelle prative sul monte di Vervò di vari particolari, in conseguenza di una domanda del Comune 22 Aprile 1882 N° 625 nella quale domanda il Comune ha fatto conoscere che per pagare le dette prative il Comune ha disposto e progettato di affittare per vari anni la località “Malga Alta” e coll’importo annuo d’affitto pagare il pascolo alla Malga Bassa, delibera di procedere alla compera di prati privati per il pascolo della malga al Monte.

Nella stessa sessione venne letto alla rappresentanza comunale il decreto Capitanale 30 giugno p.p. n° 9360 riguardante le pecore monticate alla Malga Bassa e si domanda come si debba operare.

In seguito L’Eccelsa Giunta ammise la compera. Nei libri dei conti appaiono passività registrate che si riferiscono a prati in montagna acquistati dai privati per la Malga Nuova.

1886 - Alla malga Monte è in funzione il caseificio della società “Casello” di Vervò.

1899 - L'ingegnere Federico Hohenleitner esegue ricerche d'acqua alla Presa per i bisogni della malga Monte.

1905 - Si lavora a portare l'acqua dalla val Solciara alla Malga.

1914 – Il 20 ottobre 1914 è preparato un interessante conto malga dell'anno con entrate ed uscite in dettaglio.

1915 – Il 4 maggio 1915 si assegnano all'asta i lavori di riattivazione malga e geranidella malga al monte. La fattura del coperto è passata da 600 corone di base d’asta a 570; i muri a corone 2,60 al mq; il taglio di 124 piante alla Presa e Bus de la Ciavala per corone 90, trasporto per 60 corone. Per quell'anno con le zone di pascolo attorno alla malga fino alle Are Alte furono fatti 9 lotti da segare in luglio.

1920- Il sette marzo 1920 si sviluppa un principio d'incendio alla malga Bassa. In un elenco in archivio del 1922 si leggono i privati e gli enti che hanno fatto cessione dei loro prati al Monte per la malga e non ancora saldati.

1934 - La malga via Monte vien affittata a Marinelli Giovanni


A ricordo dei vecchi possessori ai Prati del monte sono rimasti alcuni toponimi: Are del Polini, Tou del Vielmo. Are del Ferla, Are di Stefenoni, are del Tez.

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