Ormai è chiaro che i rapporti fra "magnifica comunità" e il potere
centrale è cambiato non solo rispetto ai tempi del Principe Vescovo, ma
anche ai primi decenni del 1800. Per lo svolgimento della vita sociale,
la gestione dei beni comunin la manutenzione delle strade e la
partecipazione alla vita religiosa con le sue festività hanno ancora
molta importanza le consuetudini antiche, ma le decisioni locali,
tuttavia, vengono indirizzate con precise norme o suggerimenti
pressanti provenienti dalle autorità. Era stato introdotto il servizio
militare obbligatorio a sorteggio con regole molto severe e di lunga
durata. Sono impartite disposizioni vincolanti per quanto riguarda la
salute pubblica, sono introdotti i valori bollati e le tasse sulle
professioni e sul bestiame oltre che sui valori catastali dei beni
immobili. Dai documenti presenti nell'archivio di Vervò non risulta che
ci sia stato malcontento verso il governo centrale. Sicuramente la
popolazione si sentiva profondamente legata al proprio dialetto ed alla
lingua italiana: quando ci fu il tentativo di introdurre lo studio del
tedesco nelle scuole alla fine del secolo XIX il consiglio comunale si
oppose energicamente e, in segno di italianità, mandò un contributo per
l'erezione del monumento a Dante di Trento.
I cambiamenti esterni dovuti all'inizio dell'epoca inndustriale si
riflettono anche in periferia: ne troviamo traccia anche da noi a
cominciare dal 1848. |
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