Carenza di informazione sul pericolo IRAQ?
Attendiamoci un lavaggio del cervello

Vervò, 31 gennaio 2003 Piergiorgio Comai

Dall’America di Bush, tramite il nostro capo di governo, veniamo a sapere che gli statisti della vecchia Europa e la maggioranza delle popolazioni dell’intera Europa sono in modo miope contro la guerra in Iraq perché non hanno avuto sufficienti informazioni sulla reale pericolosità di questa nazione e soprattutto del suo dittatore. Col ritorno dei grandi capi dai colloqui confidenziali con Bush, dove avranno attinto la “verità”, ci dovremmo aspettare una grande campagna informativa per mettere il popolo sulla retta via. Questa è la loro grande “mission” perché furono investiti da un popolo che, purtroppo, ora sulla guerra la pensa in modo differente. Il tutto naturalmente in nome del “bene” dell’umanità. Già si vedono in TV i servizi sulla determinazione delle nostre soldatesse a sostenere con slancio il loro ruolo; fra poco magari si troveranno adolescenti che esprimo il loro desiderio di essere in prima linea per la lotta preventiva contro il male. Sembra quasi che per prevenire una malattia serva, in alcuni casi, procedere all’eliminazione del paziente.

Altra incongruenza, tutta italiana, è quella di fare riferimento al popolo per lanciarsi contro alcuni magistrati, compresi quelli della Cassazione, che non si adeguano ai desideri degli imputati eccellenti, e poi non ascoltarlo affatto in merito all’adoperarsi per evitare una guerra. La guerra dipende più da Bush e dal petrolio che da Saddam come vorrebbero farci intendere.

Vedi riflessione precedente Lo dobbiamo fare per i nostri figli

p_comai@alice.it

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