Spunti di riflessione su principi, coerenza e verità
Bandiere arcobaleno e svastiche

Nell’attuale mondo della comunicazione e della pubblicità che promuove prodotti, stimola esigenze non certo universali, che cerca di plagiare il cittadino disattento, non si riesce a discernere quale sia un ragionamento, parziale, ma coerente, da un argomentare tutto strumentale ai propri interessi di parte. Si dice: “La morte di vittime innocenti provocata dagli inconsulti atti terroristici dei kamikaze palestinesi non possono essere giustificati per nessun motivo, né di identità, né di ingiustizie subite, per nessun motivo in modo categorico.” Io concordo con questa affermazione, ma non riesco a credere a molti che la fanno propria, la diffondono e nello stesso tempo, col loro agire, determinano o acconsentano alla morte per fame di migliaia di bambini, giustificano morti di innocenti come effetti collaterali di guerre o di bombardamenti indirizzati verso persone “colpevoli”. Non sarà facile trovare modi di risolvere le controversie internazionale e di garantire i diritti dell’uomo che prescindano dalla politica fatta con la guerra come vorrebbe la nostra Costituzione, ma è possibile. Certo sono ancora pochi coloro che credono in questo e vengono trattati da coloro che “s’intendono di politica” non solo come utopisti, anime pie, ma pericolosi avversari. Addirittura non li considerano neppure “gente” perché quella sa cos’è la vita ed obbedisce ai messaggi che vengono dalle autorità.

Molti dei politici nostrani che si definiscono difensori della Chiesa, della famiglia, della Cristianità, si scagliano anche contro quelle frange di chiesa che non accetta la corrente logica di guerra (fra queste frange c’è anche il Papa, incidentalmente, oltre a padre Alex Zanotelli, don Vitaliano, e altri). Infatti argomentano che è sufficiente augurarsi la “non guerra”, la pace, ma se Bush chiama contro il male è giusto adeguarsi.

 

È stata bella una lettera al giornale in risposta ad un esponente di AN di Trento che in un articolo aveva ripreso l’abusato argomento che Hitler non poteva essere fermato con le bandiere della Pace. La signora Silvana acutamente osservava che se i tedeschi fossero andati in piazza con la bandiera dell’arcobaleno anziché quella con la svastica, forse Hitler si sarebbe comportato in modo diverso.
 

Tornando alla strumentalizzazione dei ragionamenti è bene ricordare che sulla stessa linea di Hitler contro la plutocrazia occidentale c’era pure Mussolini che fino a poco tempo fa era ricordato da esponenti di AN come il più grande statista italiano del secolo scorso. Voglio dire che per verità storica si dovrebbe dire "per fermare Hitler e Mussolini, camicie nere e camicie brune" che sognavano un’eroica guerra per la conquista dello spazio vitale, del posto al sole; il sogno scatenò la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo il congresso di Fiuggi AN non si sente più legata all’ideologia fascista. Questo mi sta bene e sono propenso a crederlo. Non capisco però come da parte di AN e della Casa delle Libertà si continui a richiamare l’inaffidabilità del PDS e della sinistra perché erede del comunismo. Se il nostro parlare, il nostro ragionare fosse meno mercantile e più vicino alla verità e alla coerenza fra il dire e il fare, ci sarebbero più possibilità di trovare vie di accordo fra di noi e fra le nazioni senza le guerre.

PS: Per quanto riguarda la giusta riconoscenza che è bene esprimere verso gli USA di Roosevelt e la Gran Bretagna di Churchil per aver riconquistato alla libertà l’Italia e l’Europa sconfiggendo con una dolorosa guerra Nazismo e Fascismo, per verità storica si dovrebbe avere altrettanta riconoscenza alla URSS di Stalin che seppe ergere il primo argine alla prepotenza col sacrificio di milioni di russi. Questa riconoscenza non vuole per nulla condividere la dittatura a cui Stalin ed i suoi successori sottoposero per lunga parte del secolo il loro popolo; allo stesso modo non può essere ricordata la riconoscenza agli USA come motivo per accettare supinamente le guerre preventive contro gli stati canaglia dell’attuale governo americano.

 
Per le vie di Firenze

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