Val di Non: Un castello riscoperto
settembre 2016

Visita al castel Belasi.

- di Piergiorgio Comai

Belasio_da_sopraDa tempo desideravo vedere e osservare da vicino Castel Belasi nel comune di Campodenno in Val di Non. Sorge robusto sul triangolo di terra in declivio fra il torrente Lovernatico e il rio Belasi che confluiscono nel torrente Noce. Un po' più in alto, ai margini di Segonzone, tempo addietro avevo visitato la chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo decorata con affreschi dei fratelli Giovanni e Battista Baschenis, datati 1507. Essa era divenuta proprietà  dei conti Khuen-Belasio nel corso del secolo XIX. Ora, castello e chiesa sono di proprietà  del comune di Campodenno. Da sopra vedevo il poderoso maniero circondato da frutteti e macchie boscose ma ancora non era visitabile.

Belasio in Anaunia

Belasio in Anaunia


Stemma Khuen-Beà²asiIn una serena mattina di inizio settembre, con Irma e Marlis, siamo arrivati nel cortile esterno del castello. Parcheggiata la macchina all'ombra di un maestoso albero, in attesa dell'apertura alle ore 10, ci siamo guardati attorno: la campagna con i copiosi frutti quasi maturi, due vie d'accesso al castello, il varco della Rocchetta e i paesi attorno. Su un pennone sventolava il vessillo dei Tirolo.

cortile Belasio
vessillo Tyrol
Irma e Marlis all'esterno del castello

Sventola La bandiera del Tirolo dei Khuen-Belasi

Nella foto sotto, presa da Est, si vedono allineati l'abitato di Dercolo, il castello e alle spalle Segonzone e Lover. Di fronte a noi si alzano le imponenti e alte mura e la salitella verso l'entrata Ovest. La strada d'accesso al castello corre sostenuta dalla seconda cortina di mura basse. Passiamo sotto l'arco della torretta quadrangolare staccata dalle mura per giungere alla porta ad arco che introduce al cortile interno.
Cliccare per ingrandire le miniature e per chiuderle C'è CLOSE nell'angolo in baso a destra.

Panorama col castelloPanorama da Est Mura del castelloMura del castello Entrata NordEntrata Nord Guardiola d'entrataGuardiola d'entrata Sotto l'arcoArco guardiola

Varcato il portale arcuato, sormontato dalla bertesca sporgente, siamo nel cortile. Davanti a noi, si alza la facciata principale con, al centro, lo stemma del casato e la torre pentagonale mediovale alla sinistra. Dalle mura ancora abbrunite dal tempo traspare il senso dell'antico vivere. Lo stemma è riquadrato con i leoni e le torri. Portatomi verso la torre scorgo il grande cortile e gli edifici dell'abitazione dei signori; di fianco, alla mia destra, i caseggiati rustici per le attività  contadine: depositi e stalle del passato da tempo dismessi. Appena entrati nei portici con volte ad arco, osserviamo il plastico che suggerisce una visione generale della struttura del castello.

Facciata SudFacciata principale Stemma Khuen -BelasiStemma nobiliare Cortile maggioreCortile principale Plastico SudPlastico Sud Plastico NordPlastico Nord

Ben disposti su tavoli, appesi alle volte, appoggiati a scaffale o ripiani c'è una ricca raccolta di giocattoli per il divertimento semplice dei piccoli nel secolo scorso e anche prima. Andiamo a curiosare nelle varie sale ricavate nei robusti locali ben restaurati: giocattoli, bambole, tricicli. 

Primo porticoPrimo portico Sala giocattoliSala giocattoli TricicloTriciclo Sala bamboleSala delle bambole Cavalli a dondoloCavalli a dondolo

Arrivato al primo piamo guardo dalle finestre verso l'esterno. Sono interessato alla cinta muraria del castello con le merlature, i camini di ronda e le opere di difesa (bertesche). Oltre le mura si scorgono i monti che fanno corona alla valle. La guida ci fa notare che dalla finestra ad est si scorge benissimo il castel Thun e, dalla parte opposta, la torre Spaur nell'abitato di Sporminore.

Cortile da sopraCortile interno Entrata da sopraEntrata da sopra Cinta muraria estCinta muraria Est Abitato di SporminoreSporminore Cinta muraria OvestLe mura a Ovest

Passando di locale in locale, visitiamo la cappella del castello dedicata a San Martino. L'abside conserva in buono stato i suoi affreschi e, nel centro dietro l'altare, si ammira la pregevole scena della crocifissione. In un angolo della stanza al piano superiore rimane la cappa del camino con i chiazze di fumo sulle pareti a ricordo del focolare a pavimento. La stanza dà  accesso alla torre nella quale sale a spirale un'elegande e massiccia scala a chiocciola in buonissime condizioni.

Torre SpaurVista torre Spaur Cappella internaCappella interna Abside della CappellaAbside cappella Angolo focolareCappa del focolare Scala della torreScala a chiocciola

Dopo tanto abbandono, le pareti di molte stanze sono state restaurate mettendo in mostra varie decorazioni, paesaggi e borghi del passato. In una sala, poi, risaltano scene mitologiche a cominciare dall'uccisione della Medusa da parte di Perseo con accanto il cavallo Pegaso.

Piccolo borgoBorgo antico Altre caseAltre case Arciere e dragoArciere e drago Perseo e MedusaPerseo e Medusa Scene varieScene varie

Oltre all'affresco che mostra un duello fuori le mura osserviamo, appoggiati alla parete, disegni a carboncino di focosi destrieri. Poi altre decorazioni, qualche scritta, una nicchia finemente dipinta con vivaci uccelli fra fronde e fiori.

Il duelloIl duello Cavallo impennatoCavallo impennato Decorazioni con scrittaScritta decorata DecorazioniDecorazioni Nicchia decorataCastel Valer

Nelle sale allestite per l'esposizione hanno trovato posto le opere di artisti moderni, le pittura e i disegni a carboncino. Alcuni quadri riproduco atmosfere dei pittori impressionisti. Molto suggestiva la scena di Paride che giudica la bellezza delle tre dee in un ambientazione bucolica con la melodia di una suonatrice. La sala "se penso a Masaccio", col tavolinetto bianco nel centro, suscita belle emozioni. 

Arte contemporaneaArte moderna Donna e papaveriScena campestre Paride e le deeParide e le dee Suonatore ambulanteIl suonatore Sala MasaccioSala Masaccio

Altri particolari in esposizione: il pittore al suo cavalletto che dipinge con il pennello frao i denti, in una stanza luminosa due nudi di donna posti uno di fronte all'altro, riproduzione della lettera di Van Gogh al fratello portata dall'artista piemontese di Valdossola Bartolotti Marcovinicio. Nella stanza delle decime ci sono le scritte a matita che attestano i rapporti di affittanza fra i signori Khuen-Belasi e i paesi vicini dell'anno 1848. Nel particolare dello stemma della parete esterna si alternano i simboli dei leoni e delle torri.

Pittore al lavoro Pittore al lavoro Due nudi Due nudi Van Gogh al TheoVan Gogh al fratello Lista decimeLista decime 1848 Stemma Khueen_BelasiStemma del casato

Nelle visite guidate al castello dell'estate scorsa era compresa pure quella alla cappella dei Santi Filippo e Giacomo al limitare di Segonzone. Quando, tempo addietro, andai alla sua scoperta era chiusa, ma riuscìì a cogliere qualche scatto dall'esterno attraverso alle piccole finestre con grata. Oltre all'abside, tutto affrescato, sono indicative le due foto dell'arco santo qui sotto.

arco santoarco santo sinisto

Arco santo della cappella di Segonzone

Questo è il link per conoscere la storia della famiglia Khuen-belasi.


Conclusione

L'ambiente, le atmosfere di questa visita mi fanno pensare all'antico maniero di campagna con i suoi signori, la massiccia torre e, attorno, i rustici edifici per la vita semplice con gli animali domestici, il deposito dei raccolti e qualche attività artigianale protetta dalle sue robuste mura. Il lavoro di restauro sarà ancora lungo perché cinquant'anni e più di abbandono hanno lasciato ferite e cicatrici evidenti.
Questa è la traduzione della lettera di Van Gog esposta al castello.
"Caro Teo, non prendertela con me per essere venuto d'un tratto. Ci ho molto riflettuto e credo che in questo modo risparmiamo tempo. Sarò al Louvre dopo mezzogiorno o prima se tu vuole.Rispondi s.v.p. per sapere a che ora tu potresti venire nella sala Carrée. Per quanto riguarda i costi, te lo ripeto, è lo stesso. Ho soldi rimasti, va da sé, e prima di effettuare qualsiasi spesa, voglio parlare con te. Noi organizzare la cosa, vedrai.Così vieni e non appena possibile. Ti stringo la mano. ,t.à.t. Vincent."
Anche il grande scultore giapponesa Kengiro Azuma (morto a Milano il 16 ottobre, dopo la mia visita al castello) aveva esposto due valide opere in bronzo e vari altri oggetti giocattolo; una serie di navi militari costruite destrutturando e riassemblando vecchi ferri. Mia cognata Irma ha voluto che le copiassi una riflessione del grande artista in esposizione. Le sue opere rispecchiano il pensiero della cultura ZEN. Esse rappresentano gli opposti, il vuoto e il pieno, l’infinito e il finito, la nascita e la morte, lo spirito e la materia, l’uomo e la donna.
"... La vita è sulla terra, lo spazio tridimensionale è vivere la vita, lo scorrere del presente, scegliere e decidere, così si cammina verso il futuro. Sicuramente ci aspetta la morte, nel cielo, l'anima e lo spirito volano e si fondono con l'aria e il fuoco. Mentre il corpo come una goccia d'acqua torna nell'amore della madre terra, ricordando il passato arriva la fine della vita, è viva ... evviva la vita infinita!"
Kengiro Azuma


Testi e foto di Piergiorgio Comai E-mail: p_comai@alice.it