Gli alunni della scuola elementare di Vervò, nell'aprile 1993, fecero un'ecursione al monte Malachino per esplorare l'ambiente e conoscere da dove proveniva l'acqua potabile per Priò. Dal paese si è scesi al rio
Pongaiola per salire al monte Malachino e proseguire verso le sorgenti dei
Santini. Nello scendere verso la Pongaiola, dopo la curva del "fil vècel"
incontri la "Tana del Rico, una grotta dalle pareti di pietra color rosa chiaro
vecchi attrezzi (s-cialàr)."
Questa sotto è la centralina elettrica del comune di Vervò che si trova nel cuore della valle, sulla destra del rio Pongaiola. dalle rocce strapiombanti pendevano delle stalagmiti e dall'alto continuava a gocciolare. (testo da "Trenino delle notizie")
All'interno della centralina ci sono le turbine e le dinamo che causavano un costante rumore. Si vedeva alla parete il quadro di comando con tantissime leve e pulsanti. Poi abbiamo superato il rio Pongaiola su una passerella malconcia e siamo saliti al monte per arrivare alla sorgente dell'acquedotto di acqua potabile.(testo da "Trenino delle notizie")
Dopo la salita si gode una breve sosta nella radura di "Pra san Micel" fra abeti e latifoglie. Accanto a destra c'è la stazione dell'acquedotto potabile nel punto in cui inizia il sifone che scende al rio e risale all'abitato di Priò.
Ci si avvia per il suggestivo sentiero ricoperto dal fogliame di faggi e latifoglie che porterà alla "Val Marzana" per aggirare poi il promontorio di "Moz".
Il sentiero costeggia la conduttura dell'acquedotto. Alcuni proseguono e i più si fermano perché il passaggio era disagevole.
Qua sotto vediamo l'entrata alla presa d'acqua potabile dei Santini. Ci si arriva per un suggestivo e stretto sentiero. Al di là della valle vi è la campagna di Vervò detta "Vin". peccato che non siamo potuti entrare per la mancanza delle chiavi.(testo da "Trenino delle notizie" Alessandro Micheletti)
Due immagini ripresi al "Fil" (teleferica) che serve a trasferire il legname al di là della valle profonda al "Plan dal Fil". Anni prima c'era già il più modesto "fil vècel" nominato all'inizio.
Nella centralina di Vervò, posta lungo il rio Pongaiola, ci sono due gruppi turbina-dinamo. che produce energia elettrica. Ognuno ha il suo quadro di controllo e accanto c'è il quadro d'insieme. Gli strumenti di misura del gruppo maggiore segnavano una corrente di 180 Ampere ed una potenza di 80 KW per una velocità delle turbina d 1400 giri al secondo. Gli strumenti del gruppo piccolo indicavano 1299 giri al secondo,con una corrente di 25 ampere e 5 KW di potenza. La frequenza di entrambe i gruppi era di 50 HZ e si segnalava un cosfi di 0, 95 (sfasamento) il gruppo grande ha l'asse di rotazione orizzontale, mentre quello piccolo ha l'asse verticale, sotto sta la turbina e sopra la dinamo. Un tavolo con sedia e penna a sinistra e alla destra un dispositivo misterioso che controlla le mandate d'acqua e, ancora più a destra, verso l'angolo, l'entrata delle due tubature forzate. I cavi di uscita della corrente sono interrati e partono dalla cabina di pompaggio dell'acquedotto irriguo di Priò e di Vion. Un tubo a valle della passerella scarica nel greto del rio l'acqua che è passata nelle turbine. (testo da "Trenino delle notizie" Era l'anno 1993 In quel numero del "Trenino delle notizie" si parlava anche di notizie dal mondo, notizie tristi: la guerra in Bosnia ad esempio. "Delle bande irregolari hanno ammazzato tre uomini che portavano soccorsi a quei popoli martoriati presso Sarajevo. Tutti e tre si erano offerti come volontari per portare viveri e acqua e per portarne una cinquantina in Lombardia. Uno di loro aveva il proprio camion di impresario per portare gli aiuti. E' stato celebrato il funerale ed ora sono in Paradiso." In quel 1993 gli alunni, toccati dalle sofferenze della guerra, hanno espresso i loro sentimenti con delle poesie; due di esse le riproduco.
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Dalla località Moz l'acquedotto attraversa la valle e prosegue passando alla base del monte Malachino. |