Verginaz è una piacevole e amena posizione che si incontra percorrendo la strada che dalla chiesa procede verso la montagna e la malga di Vervò, Durante la bella stagione è molto frequentata da numerose persone per trascorrere in tranquillità mattinate e pomeriggi sostando anche per un pranzo all’aperto utilizzando dei servizi di base.
Da una piattaforma fissata al ciglio del promontorio erboso sopra le rocce verticali che salgono dalla sinuosa e profonda valle del rio Pongaiola, puoi ammirare la superba giogaia del Gruppo Brenta, la prominente cima tondeggiante della Paganella, le boscose pendici delle montagne che ci separano dalla Val d’Adige, in lontananza il piacevole scorcio del dosso della chiesa di Priò, alta sulla valle incavata e, |
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Da "Verginaz"
il gruppo Brenta
con al centro la
Pietra Grande |
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Dalla
piattaforma su burrone
verso il fondo
della val di Non |
... più lontano le molte ville della bassa Val di Non fin su verso Andalo.
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Il complesso
chiesastico di San
Martino e paesi da Lover a Denno |
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Non può
mancare uno sguardo al
Peller e al Pelleròt |
Tornando indietro vedi alzarsi un’alta rupe sporgente dal fianco di bosco che porta in alto verso la Predaia, incisa da una cava di pietra, che termina con un balcone naturale: è “el croz de Sanmazzadeç”. Mi trovavo lì con la mia famiglia e abbiamo deciso di salirvi per proseguire poi verso un’altra parete rocciosa detta “el sass Blanç”. Imboccando il sentiero che porta al parco dei “Laseti” bisogna prendere una traccia di sentiero alla destra. Si sale comodamente, anche se il tratto finale è piuttosto impegnativo. Usciamo sul piccolo pianoro coperto di eriche in fiore, arbusti vari e pinastri.
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Poco discosto
da Verginaz si alza il poggio di "Sanmazzadeç" |
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Al termine
della breve salita si entra su questo balcone naturale. |
È un magnifico punto di osservazione sull’abitato di Vervò con le sue chiese, sulla bassa Val di Non e della cerchia di montagne, con una visuale più ampia rispetto a quella che si gode dalla piattaforma di “Verginaz”. La vegetazione che sale dalle ultime pendici impedisce una visione libera e definita.
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Da quassù si
gode un bello spettacolo: era pomeriggio, forse è meglio andarci di
mattino. |
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Sullo sperone
a destra del rio Pongaiola si vede la chiesa di Priò col suo campanile. |
Dopo aver dato un addio alla Valle sotto di noi, prendendo a destra, percorriamo il sentiero che si inoltra a mezza costa, con scarsa vegetazione, fino alla parete di roccia del “Sass Blanç” che da taluni è usata come palestra di roccia.
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La Valle di
Non si chiude fra la solitaria Paganella e il Piz Galin del gruppo
Brenta. |
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Ecco la nostra
meta: "el Sass blanç" |
Soffermandosi si può godere la vista dei solchi vallivi che confluiscono nel rio Pongaiola, coperti di abeti, segnati dalle strade di montagna, con squarci di pareti rocciose che salgono alla cerchia di cresta formata dai “Cimoni”, “la Sella di Favogna”, “il Corno di Tres”, e ...
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La storica sella di Favogna fra il Corno di
Tres e i Cimoni di Vervò. |
... “il Corno del Cervo” e la “Predaia”. Il sentiero continua e sale verso “el Splazuel” e la parte bassa della “Predaia” –“la Séta”- con una vegetazione di piante in prevalenza decidue. Nei secoli passati questi versanti erano la zona di pascolo delle capre.
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La veduta dell
imponente monte Corno di Tres. |
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Là in fondo
sta la dolce cima del Corno del Cervo al termine della Val Rodezza. |
Tornati indietro a “Sanmazzadeç” continuiamo diritti verso il parco dei “Larseti”. Si poteva salire più in alto percorrendo il sentiero “Dré i óri” fino a “el Splazuèl”. Avanzando in leggera discesa incrociamo il sentiero che da “Verginaz” porta “ai Laseti” per il quale abbiamo proseguito osservando alla nostra sinistra “el Bos-ciat” dove si stanno facendo scavi archeologici alla ricerca del “castrum Vervassi” e ammirando il complesso del campanile romanico, le cappelle, il cimitero e la chiesa di San Martino.
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Dal Malachino
alla Paganella come sfondo al dosso di San Martino con campanile e
chiesa. |
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Qualche segno degli scavi archiologici "ent a Ciastièl". |
Interessante, vero? Un'oretta di cammino. Io sono del posto, pur non essendo cacciatore o boscaiolo, per mia passione conosco la mia montagna. Se uno che non la conosce difficilmente si avventurerebbe in questa breve escursione: non c’è alcun segnale. La SAT provvede a segnalare le dorsali principali per camminare nelle nostre montagne. Sarebbe interessante tracciare qualche passeggiata “diversa”, qualche escursione breve per noi e per gli ospiti che vorremmo ci fossero.