Una escursione su "dré i ori" verso el Sass Blanç.
Domenica 11 marzo 2012

Verginaz è una piacevole e amena posizione che si incontra percorrendo la strada che dalla chiesa procede verso la montagna e la malga di Vervò, Durante la bella stagione è molto frequentata da numerose persone per trascorrere in tranquillità mattinate e pomeriggi sostando anche per un pranzo all’aperto utilizzando dei servizi di base.

Verginaz

Verginaz sontuoso con i caldi e preziosi colori autunnali

Da una piattaforma fissata al ciglio del promontorio erboso sopra le rocce verticali che salgono dalla sinuosa e profonda valle del rio Pongaiola, puoi ammirare la superba giogaia del Gruppo Brenta, la prominente cima tondeggiante della Paganella, le boscose pendici delle montagne che ci separano dalla Val d’Adige, in lontananza il piacevole scorcio del dosso della chiesa di Priò, alta sulla valle incavata e,

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Da "Verginaz" il gruppo Brenta con al centro la Pietra Grande

Dalla piattaforma su burrone verso il fondo della val di Non

... più lontano le molte ville della bassa Val di Non fin su verso Andalo.

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Il complesso chiesastico di San Martino  e paesi da Lover a Denno

Non può mancare uno sguardo al Peller e al Pelleròt

Tornando indietro vedi alzarsi un’alta rupe sporgente dal fianco di bosco che porta in alto verso la Predaia, incisa da una cava di pietra, che termina con un balcone naturale: è “el croz de Sanmazzadeç”. Mi trovavo lì con la mia famiglia e abbiamo deciso di salirvi per proseguire poi verso un’altra parete rocciosa detta “el sass Blanç”. Imboccando il sentiero che porta al parco dei “Laseti” bisogna prendere una traccia di sentiero alla destra. Si sale comodamente, anche se il tratto finale è piuttosto impegnativo. Usciamo sul piccolo pianoro coperto di eriche in fiore, arbusti vari e pinastri.

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Poco discosto da Verginaz si alza il poggio di "Sanmazzadeç"

Al termine della breve salita si entra su questo balcone naturale.

È un magnifico punto di osservazione sull’abitato di Vervò con le sue chiese, sulla bassa Val di Non e della cerchia di montagne, con una visuale più ampia rispetto a quella che si gode dalla piattaforma di “Verginaz”. La vegetazione che sale dalle ultime pendici impedisce una visione libera e definita. 

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Da quassù si gode un bello spettacolo: era pomeriggio, forse è meglio andarci di mattino.

Sullo sperone a destra del rio Pongaiola si vede la chiesa di Priò col suo campanile.

Dopo aver dato un addio alla Valle sotto di noi, prendendo a destra, percorriamo il sentiero che si inoltra a mezza costa, con scarsa vegetazione, fino alla parete di roccia del “Sass Blanç” che da taluni è usata come palestra di roccia.

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La Valle di Non si chiude fra la solitaria Paganella e il Piz Galin del gruppo Brenta.

Ecco la nostra meta: "el Sass blanç"

Soffermandosi si può godere la vista dei solchi vallivi che confluiscono nel rio Pongaiola, coperti di abeti, segnati dalle strade di montagna, con squarci di pareti rocciose che salgono alla cerchia di cresta formata dai “Cimoni”, “la Sella di Favogna”, “il Corno di Tres”, e ...  

Verginaz

La storica sella di Favogna fra il Corno di Tres e i Cimoni di Vervò.

... “il Corno del Cervo” e la “Predaia”. Il sentiero continua e sale verso “el Splazuel” e la parte bassa della “Predaia” –“la Séta”- con una vegetazione di piante in prevalenza decidue. Nei secoli passati questi versanti erano la zona di pascolo delle capre.  

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La veduta dell imponente monte Corno di Tres.

Là in fondo sta la dolce cima del Corno del Cervo al termine della Val Rodezza.
Nel rientro qualche sorpresa

Tornati indietro a “Sanmazzadeç” continuiamo diritti verso il parco dei “Larseti”. Si poteva salire più in alto percorrendo il sentiero “Dré i óri” fino a “el Splazuèl”. Avanzando in leggera discesa incrociamo il sentiero che da “Verginaz” porta “ai Laseti” per il quale abbiamo proseguito osservando alla nostra sinistra “el Bos-ciat” dove si stanno facendo scavi archeologici alla ricerca del “castrum Vervassi” e ammirando il complesso del campanile romanico, le cappelle, il cimitero e la chiesa di San Martino.  

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Dal Malachino alla Paganella come sfondo al dosso di San Martino con campanile e chiesa.

Qualche segno degli scavi archiologici "ent a Ciastièl".
Conclusione

Interessante, vero? Un'oretta di cammino. Io sono del posto, pur non essendo cacciatore o boscaiolo, per mia passione conosco la mia montagna. Se uno che non la conosce difficilmente si avventurerebbe in questa breve escursione: non c’è alcun segnale. La SAT provvede a segnalare le dorsali principali per camminare nelle nostre montagne. Sarebbe interessante tracciare qualche passeggiata “diversa”, qualche escursione breve per noi e per gli ospiti che vorremmo ci fossero.


Anello completo del sentiero
testi e foto di
Piergiorgio Comai 

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