Antichi tesori in Val di Non
Chiesa di S. Vittore di Taio

Dario Wolf e la chiesa di Taio   -   di Piergiorgio Comai


Dopo aver illustrato e descritto altre chiese della valle di Non ora propongo all’attenzione la chiesa parrocchiale di Taio dedicata a di San Vittore. Come chiesa della pieve essa è ricordata già nel corso del XIII secolo. La sua forma attuale il risultato di molte fasi costruttive. La struttura del presbiterio e dell'abside risale alla prima metà del Settecento, mentre l'ampia navata è stata ricostruita tra il 1845 e il 1848. La chiesa è orientata verso sud-est. Il campanile che si alza accanto è la struttura esistente più antica; risale al 1526, All'interno, in tempi relativamente recenti (tra il 1941 e il 1944), è stata decorata con gli affreschi del pittore Dario Wolf di Trento e con i graffiti a tempera su muro dell'artista Matteo Sebesta.

Dapprima presento varie fotografie fatte all’esterno e all'interno della chiesa. Parò seguire le vicende storiche principali della pieve di Taio e (in breve) della chiesa di santa Maria Assunta.



Dalla piazza centrale si apprezza l'antico campanile e il vecchio edificio della parte absidale con una significativa cupola e, davanti, la sacrestia e cui fu aggiunta (ricostruita negli anni 1845 e il 1848) l'ampia parte della della navata recente. La facciata frontale timpanata è gradevole nella sua sobrietà: mostra l'ampia finestra a lunetta, incorniciata da un'arcata in pietra; In basso sporge un atrio a parallelepipedo in muratura con le porte d'ingresso su tre lati e ornato da riquadri figurati.

panoramica
vista angolare
Vista d'insieme di chiesa e campanile

Facciata frontale  con timpano, finestra a lunetta  e atrio

Atrio dell'entrata principale

Sopra la porta dell'entrata principale è posto il riquadro del Buon Pastore  realizzato da Matteo Sebesta in collaborazione con il prof. Dario Wolf. "Bone pastor, panis vere, Jesu, nostri miserere: tu nos pasce, nos tuere." - Buon pastore, pane vero, o Gesù, abbi pietà di noi: Tu nutrici, proteggici -.  Sul fianco laterale destro si apre il portoncino in legno.

Bone Pastor
Porta laterale
Graffito del buon pastore sopra il portone d'entrata

Porta laterale ovest dell'atrio

Il graffito sopra la porta laterale mostra, su due piani, l'invocazione a San Vittore: "Sancte patrone Victor, Tui precatus munere Nostrum reatum dilue, Arcens mali contagium, Vitae repellens taedium." - Santo Patrono Vittore, per il dono della tua preghiera dissolvi la nostra colpa, fermando il contagio del male, allontani il tedio della vita -. Sopra la porta si sinistra è raffigurata una Madonna con Bambino e una preghiera di aiuto con queste parole: "Monstra te esse matrem, sumat per te preces qui, pro nobis natus, tulit esse tuus." - Dimostra d'esser madre, per te le preci accolga quei che, per noi nascendo, accettò d'esser tuo -.

graffito ovest
graffito Est
Graffito al santo patrono Vittore

Graffito alla Madonna ausiliatrice

Accanto alla porta d'entrata laterale sporge il corpo della sacrestia ingrandita nel 1875. L'abside poligonale col suo occhio fa da sfondo al monumento a Silvio Vois, alpino volontario di 37 anni di Taio, ferito a morte sul Carso.

angolo sacrestia
Abside esterna
Entrata laterale e sacrestia

Abside poligonale col monumento a Silvio Vois

Questa è la foto della lapide posta all'esterno dell'abside dalla chiesa di san Vittore di Taio. A causa delle continue abbreviazioni mi è difficile riuscire a ricavarne il testo completo che potrebbe essere questo.

All’infante Thun morto appena nato nel 1834 lasciando i genitori Arbogasto e Teresa molto afflitti, e alla madre di lui la baronessa de LICHTENTURN ACHENRAIN di virtù morali il preclaro marito afflitto dal dolore e il figlio Francesco Maria posero. Ella morì il 12 dicembre del 1836, AC: AN: XL POST. FILOIL:ELISABETH VIX ORTA.

Sul fianco sud dell'abside è dipinta una bella meridiana  che ricorda: "APTATA SAECULA VERBO DEI" - Il tempo è stato creato dalla parola di Dio. Porta in alto le indicazioni di come interpretarla.

lapide Thun Arbogasto
meridiana
Lapide Thun

Meridiana


Entro all’interno. Al termine dell'ampia navata, al di là dell'arco santo si apre il presbiterio illuminato da una semplice cupola ottagonale al culmine della volta. L'abside, oltre la seconda arcata, contiene il coro e il grandioso organo a canne del 1946 concluso  al centro con la raggiera di vetri colorati del rosone,.

Al centro dell'arco santo è raffigurato il Cristo Onnipotente fra il coro degli angeli e, a far da corona, spiccano sei medaglioni con le  immagini dei santi Martiri Anauniesi, San Vigilio, San Vittore e San Romedio. Il dipinto è opera del prof. Dario Wolf come i quattro evangelisti nei pennacchi della volta del presbiterio e i riquadri della volta della navata.

interno della chiesa
arcosanto
Interno della chiesa di san Vittore

Arco santo e il secondo arco prima del abside

Si accede al presbiterio con tre gradini di marmo rosato. Alla sinistra trova posto il pregevole ambone di marmo bianco, opera dei fratelli Prantil di Priò.

Nella parte posteriore del presbiterio spicca con evidenza l'ammirevole altare in marmi policromi con suo artistico ciborio, realizzato da Gelsomino Scanagatta di Rovereto e consacrato nel 1876. Davanti è posto il recente altare in marmo bianco che serve da mensa. Sulla parete è appesa la pala che stava nel vecchio altare al fondo dell'abside.

Presbiterio esteso
arcosanto
Presbiterio e abside

Gli altari del presbiterio

 Sulla cornice della volta circolare del presbiterio scorre la scritta in caratteri dorati:

"Beati, qui lavant stolas suas in sanguine Agni: ut sit potestas eorum in ligno vitæ, et per portas intrent in civitatem."
Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per varcare le porte della città.

anello cupola
organo
La cupola del presbiterio

Il grande organo con la cornice della pala

Nei pennacchi della volta, sono raffigurati i quattro evangelisti con i loro simboli:

San Matteo e l'angelo, San Marco e il leone, San Luca e il toro, San Giovanni e l'aquila.

san Matteo
san Marco
san Luca
san Giovanni
Evangelista san Matteo
Evangelista san Marco
Evangelista san Luca
Evangelista san Giovanni


Ai lati dell'arco dell'abside trovano posto i riquadri di Sebesta che illustrano vari momenti della vita della madonna e di Gesù. I graffiti di sinistra:

Fugaa in Egitto
Nozze di Cana
Crocifissione
La fuga in Egitto

Le nozze di Cana

La Crocifissione

I graffiti di destra. La narrazione continua poi sui fianchi dell'arco santo principale.

Madonna Assunta in volta
Il Buon Pastore
Incoronazione
Gesù e la Madonna

la discesa dello Spirito Santo

Incoronazione


Sulla parete sinistra del presbiterio si può ammirare la preziosa pala del 1755, rappresentante il martirio di San Vittore, dipinta da Mattia Lampi e nella parete di fondo dell'abside c'è l'apertura circolare chiusa dal rosone luminoso in vetri colorati rinnovato nel 2003.


tela Lampi
rosone absidale
Pala di mattia lampi del 1755

Finestra circolare dell'abside

Le due arcate laterali della volta del presbiterio sono abbellite da due artistiche vetrate semicircolari policrome disegnate dal prof. Dario Wolf e realizzate dalla ditta Parisi di Trento

lunetta del presbiterio

laterale est
Apparizione di Gesù ai frustai

La Sacra Famiglia

Sul fianco destro dell'arco santo sono raffigurati quattro momenti della nascita di Gesù.

Annunciazione
Maria ed Elisabetta
Nascita di Gesu
La Prudenza
Annunciazione
Maria da Elisabetta

Nascita di Gesù

Presentazione al Tempio

Sul fianco sinistro dell'arco santo sono ricordati quattro momenti della vita di della Madonna.

nascita di Maria
Presentazione di Maria al tempio
sposalisio di Maria
Maria Assunta
Nascita di Maria
Maria accolta al tempio

Sposalizio di Maria e Giuseppe
Maria Assunta


La navata è ornata da due notevoli altari con quattro colonne ciascuno, il timpano spezzato con angeli e la cimasa che termina con una conchiglia. L'altare di destra, donato dalla famiglia Filippo e Giovanna Panizza nel 1684, contiene la pala delle "anime purganti": un angelo toglie le anime dal purgatorio per inviarle a raggiungere la gloria del paradiso A lato delle colonne sono appoggiate le statue di S. Antonio Abate e S. Paolo eremita.

L'altare di sinistra, donato dal pievano Chilovi nel 1703, rappresenta il Crocifisso e, ai piedi, la Madonna Addolorata e san Giovanni fra le statue di san Pietro e san Paolo a lato delle colonne. In alto riporta lo stemma nobiliare della famiglia Chilovi.

laterale ovest
laterale est
Altare dedicato San Valentino - fam. Chilovi

Altare delle Anime Purganti del 1877 - fam. Panizza

La volta della navata è decorata da tre affreschi del prof. Dario Wolf. Quello ampio al centro racconta il momento della decapitazione di Vittore che riceve la corona del martirio. Il medaglione ottagonale, che mostra la tortura a cui era stato sottoposto, sta sopra all'entrata; verso il presbiterio un secondo medaglione mostra il corteo che lo porta il martire all'inumazione.

volta della navata
Martirio di Vittore
Nascita di Gesù tra i pastori

Resurrezione di Cristo

Il dipinto della fustigazione in basso porta la scritta: VERBERA CARNIFCUM NON TIMUIT" - Non temette i flagelli dei carnefici. " e l'altro "NOMEN EIUS IN AETERNUM VIVET" - il suo nome vivrà in eterno"

torture
sepoltura
Verbera carnificum non timuit

Nomen eius in aeternum vivet

La navata termina col portale d'ingresso sormontato da un'ampia finestra semicircolare, a sinistra l' antico fonte battesimale e alla destra la statua di San Vittore. Sulle pareti sono appesi i vecchi quadri della Via Crucis, che contengono le stampe del signor Avanzo di Tesino (1850).

Fondo chiesa
Via Crucis
Parte terminale della navata

Due stazioni della Via Crucis

Alla sinistra della parete di fondo fa bella mostra l'antico fonte battesimale.

Alla destra una vivace statua del martire San Vittore incorniciato da una nicchia e appoggiato su una solida base che mostra le figure di San Vigilio, sullo sfondo del duomo di Trento, e San Romedio con l'orso davanti al suo santuario.

torture
sepoltura
Battistero

Altarino per S. Vittore

Altre due opere notevoli stanno ai lati della navata. A sinistra c'è il piccolo altare della Madonna Addolorata. Nel 1974 la chiesa si è arricchita di un artistico Crocifisso, opera di di Bruno Senoner di Ortisei, sostenuta da un piedistallo in pietra lavorata dei fratelli Prantil di Priò.

Madonna pietosa
le date del tempio
Altarino della Madonna Pietosa

Il grande Crocifisso di Bruno Senoner di Ortisei, 1974

Nelle nicchie dei due grandi altari laterali, sul fianco rivolte ai fedeli, ci altre due statue sulle loro mensole. La prima a sinistra ricorda San Valentino, copatrono di Taio e l'altra il Sacro Cuore. Fra le opere di valore all'interno della chiesa è da ricordare  il grande e prezioso armadio della sacrestia che risale al 1769.

Santo Ignoto

armadio sacrestia
Sacro Cuore
San Valentino


Il mobile della sacrestia del 1769

Il Sacro Cuore

In fondo alla chiesa, ai lati, trovano posto nelle nicchie due pregevoli confessionali in legno.

Sulla parete sinistra una lapide ricorda che il parroco e decano Valentino Bergamo il 9 agosto 1845 diede inizio al rifacimento della chiesa parrocchiale, ad eccezione del presbiterio, dedicata a Dio Ottimo Massimo e in onore del antico patrono, il celeste martire Vittore, abbattuta a causa della sua angustia e vetustà, che fu aperta al culto il 7 maggio 1848 e che fu consacrata il 28 luglio 1850 dal vescovo Giovanni Nepomuceno.

confessionale est
le date del tempio
Il confessionale di sinistra

Dedica della nuova costruzione e del restauro del tempio.


Notizie storiche sulla chiesa di San Vittore di Taio


arco santo

Dopo aver letto alcune dati sulla storia della chiesa parrocchiale di san Vittore di Taio da varie fonti, espongo qui alcune delle notizie. Molto interessanti quelle prese dal sito: http://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/. Ricordo pure che Don Fortunato Turrini ha descritto le due chiese di Taio in modo approfondito in "LE CHIESE DI TAIO", libro edito nel 2005 da Edizioni Tipoarte Bologna.

La sua presenza come chiesa della pieve è molto remota, si può far risalire al XIII secolo d. C. La prima notizia riguardante la pieve di Taio risale al 25 giugno 1272, in un documento per dirimere una lite per i diritti di sepoltura con la vicina pieve di Torra e una seconda notizia dello stesso anno anno in cui il vescovo Enrico II conferma i privilegi della chiesa. È probabile che essa, in quanto luogo di culto, esistesse "ab immemorabili" anche prima di allora, ma la documentazione disponibile non permette di dire di più.

 Il campanile, elevato in più riprese, è il fabbricato più antico (1526) come attesta la targhetta posta sulla facciata ovest in basso. Altre due targhe più in alto indicano le date dei lavori eseguiti. Venne edificato grazie all'impegno del cremonese don Cosma de Mariani, pievano di Taio dal 1517 al 1550. Nel 1537 la costruzione risultava ancora in corso. Infatti alla visita pastorale di quell'anno i visitatori giudicarono la chiesa troppo povera e disadorna; il pievano spiegò che tutti i fondi che si potevano raccogliere venivano destinati proprio alla costruzione della robusta torre.

La struttura attuale della chiesa è il risultato di molte fasi costruttive. 

Nell'anno 1554 la chiesa fu dotata di un pregevole fonte battesimale e di tabernacolo.

Al tempo della visita vescovile del 1579, la chiesa aveva quattro altari: il maggiore dedicato al santo titolare, due erano dedicati a San Giovanni Battista e a San Pietro, il terzo a Cristo Risorto.

Alcuni decenni dopo, nel 1616 il visitatore apostolico monsignor Pietro Belli ordinò che venisse smantellato l'altare minore di San Giovanni Battista.

Nel 1684 Giovanni Panizza fece erigere l’altare di destra (in legno?). La sua pala, donata dalla famiglia Filippo e Giovanna Panizza, raffigura un angelo che libera un’anima dal purgatorio e reca lo stemma nobiliare.

Nel 1685 il pievano Valentino Chilovi commissionò al noto intagliatore Pietro Strobel di Cles un'ancona lignea per l'altare maggiore e, ritenendo la volta dell'abside troppo bassa, inizio le pratiche per sopraelevarla suscitando la contrarietà delle comunità di Tres e di Dermulo chiamate a concorrere pesantemente nella spesa. Dopo un periodo turbolento in cui subì un processo e il carcere, ritornò alla sua parrocchia nel 1703. In tale anno fece erigere l'altare a sinistra con quattro colonne di marmo il quale riporta lo stemma nobiliare Chilovi, che intitolò a San Valentino.

Nel 1710 rassegnò le dimissioni in favore del nipote Giorgio Valentino Chilovi che provvide a completare il progetto dello zio. Sistemò l'altare maggiore che fu dorato dal pittore Giuseppe Vittorio Emer di Dermulo e, demolita la volta del presbiterio, la fece ricostruire più alta e in forma di cupola. Ma la comunità di Tres si rifiutava di concorrere alla spesa, intentò una causa contro don Chilovi e la vinse nel 1715.

L'altare di san Valentino, nel 1712 fu dotato di una pala che mostra centralmente il Crocifisso e ai ai lati l’Addolorata con san Giovanni, San Valentino e san Romedio dipinta da Giovanni Felicetti di Predazzo. Nel altare furono poste le reliquie di San Valentino portate da Roma nel 1703. A Taio si celebrava il 14 febbraio la festa di San Valentino come secondo patrono della chiesa.

Nel 1751 era presente un altare dedicato a Sant’Antonio.

Nel 1755, pochi anni dopo la consacrazione dell'altare maggiore, il pievano  Franceschini di Tres fece ampliare la zona absidale rinnovando gli arredi del coro e mantenendo l'area del presbiterio con la sua cupola terminante con una bella lanterna. In quel tempo l'Altare ebbe una nuova artistica pala dipinta da Matteo Lamp, padre del più conosciuto Giovanni Battista Lampi; essa rappresenta il martirio di San Vittore. Dopo la posa dell'organo del 1946 è stata spostata sulla parete del presbiterio di fronte all'entrata della sacrestia.

A seguito della visita pastorale del 1742, fece completamente ristrutturare e decorare la sacrestia da Pietro Bianchi, alla quale donò suppellettili preziose. Infine fece rinnovare in pietra il presbiterio e restaurare la canonica.

Nel 1788 ebbe solenne sepoltura nella chiesa il conte Vigilio Thun Hohenstein.

Viste le precarie condizioni della chiesa, già dal 1818 si ritenne che fosse necessario ricostruirla più ampia. Nel 1829 si verificò un crollo nella navata che rese la chiesa inagibile. A seguito di questo fatto le funzioni vennero spostate nella chiesetta della Vergine Maria del Rosario.

Nell'agosto del 1845 cominciarono i lavori di ricostruzione e ampliamento della nuova navata sotto l'attenta gestione del parroco Valentino Bergamo e si conclusero celermente nel 1848  diretti dalle ditte di Matteo Plottecher e da Cristoforo Berti. In quell'occasione il cimitero, che stava attorno alla chiesa, fu spostato fuori paese, in campagna. Forse la lapide Thun sull'esterno dell'abside si trovava nel vecchio cimitero.  Il nuovo edificio fece corpo unico con il presbiterio e il coro del precedente. Aperto al culto il 7 maggio di quell'anno, fu consacrato il 28 luglio 1850 dal vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer. La maggioranza degli arredi venne recuperata dalla navata antica ma non l'altare del 1684 della famiglia Panizza con la pala delle anime purganti per motivi stilistici. Nel 1873 i nobili coniugi Giovanna e Filippo Panizza si offrirono di erigere il nuovo altare maggiore in marmi policromi e ciborio a loro spese. L'anno successivo fu realizzato da Gelsomino Scanagatta di Rovereto con la sua bottega e fu consacrato nel 1877. Si stabilì anche che l'altare delle Anime Purganti portasse il nome di altare della famiglia Panizza.

Nel 1905 venne sostituito il tetto quasi per intero a causa delle macchie di umidità della volta causate delle infiltrazioni d'acqua piovana.

Nel 1908 don Sante Facchini fece eseguire la tinteggiatura, decorazioni a finto stucco e alcuni dipinti murali a tempera sulle volte della navata e del presbiterio dal mantovano Agostino Aldi. Egli raffigurò gli Evangelisti sui pennacchi (in sostituzione di pitture di uguale soggetto già presenti) e una gloria di angioletti sulla cupola del presbiterio, le Virtù cardinali e il Trionfo della Croce nella navata.

Il 13 maggio 1926, con il decreto emesso dall'arcivescovo Celestino Endrici, la chiesa venne elevata al titolo di arcipretale (titolo che ora non viene usato nel parlare comune).

Negli anni dal 1941 al 1943 nella chiesa si eseguirono importanti lavori di restauro. Furono sostituite le decorazioni di Agostino Aldi della cupola e della navata da nuovi affreschi eseguiti dal prof. Dario Wolf di Trento, pittore e incisore, che era residente a Taio come sfollato a causa della guerra. I graffiti del presbiterio e le pareti del nuovo atrio d’ingresso al centro della facciata principale sono opera di Matteo Sebesta disegnati da Dario Wolf. Anche finestre colorate furono eseguita su disegno di Dario Wolf. Nel 1946 venne collocato un nuovo organo dietro l'altare maggiore sul fondo dell'abside.

Una targa presso il battistero ricorda questi lavori.

"Nell'anno 1943, mentre era in atto la grande guerra, il decano Giuseppe Zini fece restaura e abbellire con l'arte del maestro pittore Dario Wolf a spese pubbliche questo tempio, opera iniziata dal decano Giuseppe Quaresima in memoria dei quattrocento anni trascorsi dal Concilio Vaticano di Trento. Nell'anno 1964 fu costruito l'organo."

Negli anni 1968 - 1969 si procedette all'adeguamento liturgico interno come in tutte le chiese. In quell'occasione furono tolte le balaustra del presbiterio e il pulpito.

Nell'anno 2003 il presbiterio fu riordinato su progetto dell'architetto Cristina Mayr. L'opera più importante e un ambone in posizione avanzata verso l'arco santo realizzato dallo scultore Ivan Boneccher di Baselga di Pinè.

Nell'anno 2004 furono restaurate le pale dei due altari in cattive condizioni, opache e poco leggibili. Le relazioni sull'intervento di restauro sono spiegate accuratamente in due scritti posti sui relativi altari.

Nel 1906 il pittore Agostino Aldi di origine mantovana tracciò degli schizzi per volta del presbiterio. In seguito don Sante Facchini fece eseguire da lui la tinteggiatura, decorazioni a finto stucco e alcuni dipinti murali a tempera sulle volte del presbiterio e della navata. L'Aldi che terminò il lavoro in quattro mesi, tra agosto e novembre del 1908. Egli raffigurò gli Evangelisti sui pennacchi (in sostituzione di pitture di uguale soggetto già presenti) e una gloria di angioletti sulla cupola del presbiterio, le Virtù cardinali e il Trionfo della Croce al centro della navata e affrescò la volta della sacrestia. Questo è un altro dei suoi dipinti a tempera presi dall'interessante sito beweb.chiesacattolica.it.

La pala dell'altare laterale destro (Chilovi) risalente all'anno 1712 raffigura la Crocifissione con la Madonna, i santi Giovanni, Romedio e Valentino. Secondo gli studi comparativi fatti potrebbe essere attribuita a Giovanni Felicetti di Predazzo. Il restauro è stato reso possibile, grazie ad una generosa offerta fatta dall'Associazione Tamburello 2000 e dal Sig. Remo Zadra.

La pala dell'altare laterale sinistro (Panizza) risalente all'anno 1886 raffigura in basso le anime nel purgatorio e l'angelo che le aiuta salire al cielo dove le attendono la sacra famiglia con gli angeli. L'autore è Leonardo Rigo che operò anche al duomo di Palmanova, nel Friuli. In basso a destra vi è lo stemma dei donatori Filippo e Giovanna Panizza, con lo stemma nobiliare e la data di realizzazione 1886. Anche questo restauro è stato reso possibile grazie alla generosa offerta fatta da una fedele parrocchiana.



Chiesa di Santa Maria


La chiesa filiale di Santa Maria risale probabilmente al secolo XII. Dal 1240 è menzionata in più occasioni. Tracce di affreschi datati alla prima metà del XIV secolo ornano il fianco meridionale. In seguito la chiesa fu sopraelevata. Dal 1632 fu dedicata alla Madonna del Rosario. Il campaniletto frontale sporgente al centro dei due ripidi spioventi del tetto è del 1640. Nell'ottobre del 1922 fu posta sul campanile  una nuova campana con i nomi dei 9 caduti di Taio durante la prima guerra mondiale.

Negli anni 1935-37 Matteo Tevini svolse vari lavori per la decorazione della chiesetta, disegnando anche le vetrate realizzate dalla vetreria Parisi di Trento.

Essa era servita anche come centro politico-amministrativo del paese: infatti fino al principio del XIX secolo vi si tenevano le adunanze comunali. Dal punto di vista architettonico l'edificio si presenta come un condensato di stili romanico e gotico dovuto alle varie trasformazioni subite. Al suo interno l'altare laterale di sinistra, dedicato ai Santi Apostoli Simone e Giuda, fu eretto nel 1483 da Simone di Thun e restaurato e ornato nel 1608 per volontà di Giorgio Sigismondo Thun. L'altare è una testimonianza del legame tra la chiesa di Santa Maria e la famiglia Thun, che forse aveva contribuito anche alla sua costruzione. Il patrimonio della chiesa, consistente in capitali e livelli, era amministrato da un sindaco nominato dalla comunità di Taio fino al 1866.

L'altare maggiore dedicato a Maria Vergine del Rosario pare di possa datare fra il 1550 e il 1600. Di tratta di un altare insolito, molto elaborato e decorato finemente con figure di vari santi fra i quali, in alto, San Vittore che attraversa tutto il presbiterio. 

Le ultime tre immagini sotto mostrano due antichi affreschi, una Madonna, San Martino e la scultura della Madonna con Bambino di F. Barbacovi secolo XVIII posti sulla parete esterna a sud dell'antica chiesa. Dalla caratteristica facciata principale della chiesa si alza verso il cielo lo snello campanile che parte dall'arco del portale di entrata.


nascita di Maria
Presentazione di Maria al tempio
sposalisio di Maria
Maria Assunta
Chiesa di santa Maria
Madonna con Bambino

Madonna con Bambino
San Martino

Breve biografia di di San Vittore


La chiesa della pieve di Taio ha origini remote, non documentate, che fanno pensare a un luogo di colto risalente al IV secolo D. C. perché fu affidato alla protezione di San Vittore, martire a Milano. Le notizie del suo martirio e dei suoi compagni Narbore e Felice, soldati dell'impero originari della Mauritania di stanza a Milano, provengono da  scritti di Sant'Ambrogio. Nel 303 d. C. l'imperatore d'Occidente  Massimiano emanò i decreti che imponevano ai cristiani di sacrificare agli dei e di abiurare alla loro fede. Come soldato cristiano Vittore fu arrestato: esprime obbedienza all'imperatore ma ripetutamente rifiuta di sacrificare agli dei romani. Fu messo in carcere e sottoposto a torture terribili ma rimase fedele a Cristo. Riuscì ad evadere dal carcere. Ben presto fu catturato, decapitato sul posto e abbandonato. Raccolte le sue spoglie, Materno, il vescovo di Milano lo fece seppellire e gli dedicò un sacello che venne poi denominato, per le sue ricche decorazioni a mosaico d'oro, San Vittore in Ciel d'Oro (oggi incorporato nella basilica di Sant'Ambrogio). Il culto a questo soldato della Mauritania, martire della fede, venerato come protettore degli esuli e dei detenuti, si diffuse rapidamente a Milano e nella diocesi ambrosiana dal tempo di sant'Ambrogio in avanti e giunse fino a noi. La chiesa parrocchiale di Taio, ancora dal XIII secolo, ha come titolare questo santo martire che viene festeggiato il giorno 8 maggio di ogni anno.


Un ricordo delle chiese di Taio di ... qualche anno fa con una piazzetta piuttosto animata.


Taio antico