Antichi tesori in Val di Non
La chiesa di San Marcello di Dardine  

La mia riscoperta della chiesa di Dardine -   di Piergiorgio Comai


Che la chiesa di Dardine fosse una gioiello di arte religiosa è risaputo da tutti. L'avevo vista di sfuggita un paio di volte, anche fotografata all'esterno. Sorge leggermente decentrata verso ovest rispetto al paese col suo sagrato ombroso, un campanile snello e l'area cimiteriale un po' discosta, prima dell'aperta campagna. Per la posizione ricorda le chiese dei paesi vicini: Torra, Tuenetto, Priò, direi anche Mollaro, Vervò e Tres. Un giovedì di agosto, sapendo che la chiesa era aperta nel pomeriggio, volli recarmi a Dardine per visitarla con curiosa attenzione. Era presente anche un gentile signore di Tuenetto che offriva le informazioni principali sulle opere e la struttura della chiesa. I miei appunti sono alcune foto scattate per l'occasione che mi serviranno da guida.
        esterno chiesaLe notizie maggiori le ho ricavate da Internet con documenti del museo diocesano e da altri siti locali che trattano l'argomento.
L'origine della Chiesa di San Marcello a Dardine (frazione di Predaia) si può far risalire al 1300, come suggerisce un frammento d'affresco piuttosto sbiadito rappresentante la Vergine mentre allatta il Bambino, sulla parete meridionale esterna. Nel millecinquecento subì degli ampliamenti e restauri per arrivare all'aspetto attuale. Tutte le pareti interne sono ricoperte da preziosi affreschi: quelli nella crociera e delle lunette del presbiterio, quelli degli apostoli sull'arco santo e quelli della navata.

A detta degli esperti (io non lo sono) l'opera più preziosa presente nella chiesetta è la pala dell'altare maggiore raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Vigilio e S. Marcello, opera di Girolamo da Bamberga firmato e datato 1492, tempera su tavola - cm 151 x 120,5. Da "L'immagine di San Vigilio, tra storia e leggenda" di Leo Andergassen ho appreso che sul retro della pala sta la scritta 1492: Hoc opus fecit fieri Jeronimus pictor bamberborgensis in Trident, e Hoc altare fecit fieri Johannes Michael de Valentinis Venetus in Arden. (quest'ultima riferita all'altare ligneo che conteneva la preziosa tavola). Nella pala si nota a destra un san Vigilio giovanile "con lo zoccolo stretto tra il braccio e il pastorale, quasi il pittore avesse trovato difficoltà nel posizionare l'attributo del santo"
(La tradizione narra che il santo sia stato ucciso da zoccolate in Val Rendena - Spiazzo - dai valligiani per avere abbattuto una statua di Saturno e gettata nel fiume Sarca.). La tavola era posta in origine nella parte interna del precedente altare a portelle.


L'altare maggiore è incorniciato nella lunetta di fondo dell'abside. L'ancona scolpita e indorata è opera attribuita al rinomato scultore camuno Giovanni Battista Rasmus realizzato verso il 1643/1644. In alto, sul timpano spezzato stanno due grandi angeli e nel centro un santo. Dietro, al culmine della lunetta, si scorge la scena affrescata della "Pietà", la deposizione di Gesù dalla croce. Ai lati delle colonne trovano due piccole nicchie con le figure lignee di San Pietro e san Paolo. Di notevole interesse è l'antipendio col paliotto in cuoio battuto che mostra san Marcello fra decorazioni floreali e due erme.

Altare Maggiore
paliotto
S. Marcello, Madonna, S. Vigilio


Paliotto in cuoio battuto


Mi accoglie un bel portale d'entrata in marmo roseo protetto da un tettuccio aggettante. Nella lunetta semicircolare c'è l'affresco ben conservato della Madonna incoronata con il Bambino in braccio. Nella chiave dell' arco una croce e la mano benedicente di ... san Marcello papa, ritengo. Superata la soglia alzo lo sguardo alla volta della navata e mi soffermo ad osservare il padre eterno con i quattro evangelsti al fianco. Tutte le pareti sono affrescate.

portale d'entrata
Padre eterno
Madonna incoronata con Bambino

Padre eterno e i quattro Evangelisti

La superficie inferiore dell'arco santo mostra una serie di medaglioni con le immagini degli apostoli con i volti che dal centro guardano in direzione opposta.

portale d'entrata
Padre eterno
Medaglioni dell'arco santo

Particolare di tre apostoli

Ora uno sguardo di meraviglia agli affreschi dell'abside suddivisi da costoloni finemente ornati. Essi ricordano la Passione di Cristo, la Resurrezione, vari Santi e il Giudizio Univrsale. Dietro l'altare ligneo si possono vedere Gesù in Croce e la Deposizione (la Pietà) nella parte più alta, poco visibili stando nella navata

portale d'entrata
Padre eterno
Gesù in croce con Maria e Giovanni

La Deposizione dalla croce

In alto, sul lato sinistro dell'altare è rappresentata la resurrezione di Gesù dal sepolcro. In alto, nel centro del presbiterio, il primo atto di redenzione dopo la sua morte: liberazione dei giusti dagli inferi.

portale d'entrata
Padre eterno
Resurrezione dal sepolcro

Liberazione delle anime dei giusti

Negli altri affreschi del presbiterio sono dipinti alcuni santi. Sulla parete di fondo, alla destra si vedono San Fabiano papa, san Sebastiano e san Rocco. Ai lati della finestra a sud le figure di san Bartolomeo, san Leonardo e sant'Antonio abate a sinistra e, a destra, sorpresa per me, san Martino che condivide il suo mantello col povero.

portale d'entrata
Padre eterno
San Fabiano, San Sebastiano, San Rocco

S. Bartolomeo, S. Leonardo, Sant'Antonio Abate e S. Martino

Qui sotto si vede la figura di San Martino ingrandita e la parete Nord del presbterio occupata da un Giudizio Univerale che fu recuperato e restaurato negli anni 1997 - 1998.

portale d'entrata
Padre eterno
San Martino taglia il mantello

Il Giudizio Universale


Tornando verso la navata, sul fondo, si contrappongono ai quattro Evangelisti quattro profeti - Amos. Zaccaria, Isaia, Davide - e dei padri della chiesa Ambrogio, Agostino, Girolamo, Gregorio Magno ben disposti sopra la porta d'entrata.

fondo navata

Ecco una veduta complessiva della volta della navata:
i quattro costoloni convergono al centro verso un brillante disco del sole.

fondo navata


altare santa Luciaaltare laterale nord Le due cappelle ricavate nelle pareti laterali della navata, furono aggiunte all'inizio del XVIII per accogliere nuovi altari. L'altare dedicato a Santa Lucia, nella parete sud, è di pregevole fattura, opera dell'intagliatore di Cles Giacomo Strobel junior che aveva lavorato all'antipendio della chiesa di San Martino di Vervò.
Di fronte sta la più semplice e decorosa cappella dedicata alla Madonna.

Per completare la visita alla chiesa mi sono soffermato ad osservare il grande Crocifisso di legno intagliato al centro della parete nord, con ai lati i quadri delle stazioni della Via Crucis; sulla parete sul la tela che mostra Santa Lucia e, infine, al fondo della chiesa un bel battistero formato da una vasca di marmo rosato sul suo piedistallo lavorato e da una elegante cupola in legno decorato con vari motivi ad intaglio.

santa Lucia
Crocifisso 1700
Padre eterno
Quadro di Santa Lucia

Crocifisso del 1700
Il Battistero

Altri affreschi sono presenti anche all'esterno. Il più antico, che si dice risalga alla metà del Trecento, è dipinto sopra il pilastro angolare. Sulla facciata sud, oltre la cappella di Santa Lucia, c'è un riquadro di San Marcello papa, appaiato, un affresco più ampio che lascia intravvedere la figura di San Cristoforo/p>

medidiana e ...
San Marcello e san Cristoforo
Madonna e bambino
San Marcello e san Cristoforo



La chiesetta di San Marcello di Dardine è citata in molti siti della rete come luogo che merita di essere visitato. In un commento leggo:
"È una delle più belle chiese della valle di Non, a pianta quadrata con tetto a vista e la sua origine è trecentesca. È piccola ma veramente molto bella, per poterla vedere bisogna andare a Dardine piccola frazione di Taio. La si trova in centro del paesino, circondata dalle case, sembra quasi la proteggano perché è un piccolo gioiello da vedere."


Giovanni Battista Rasmus è il capostipite di importante una famiglia di scultori originari della Valcamonica. Nacque il 4 febbraio 1612 a Mù, ora frazione del comune di Edolo. Interessato alla scultura in legno diventa apprendista nella fiorente bottega di intaglio e di scultura del legno ad Ossana in Val di Sole. A 17 anni sposa Barbara, probabilmente del luogo e dall'unione nascono cinque figli: Giovanni Simone, Carlo, Pietro, Giovanni Domenico e Gaspare, nato nel 1641 e morto da bambino. Una delle sue prime opere è l'altare della parrocchiale di Vermiglio, "grandiosa, d'impronta secentesca, magnifica nella sua linea architettonica" (Weber, 1933). Per la sua bravura riceve molte richieste di lavoro in val di Sole e altrove. È richiesto il suo intervento anche nella natia Valle Camonica e dopo un'attività artistica assidua muore a Cavareno in Val di Non il 20 novembre 1665. Negli anni 1643-44 è a Dardine per erigere l'altar maggiore policromo nel quale fu inserita la preziosa e antica tela su tavola della Madonna con Bambino del precedente altare.


La storia della chiesa in breve


Chiesa di San Marcello in Dardine, sec. XIV Storia La chiesa di San Marcello di Dardine risale al XIV secolo, ma si crede che la sua origine sia più antica. L'immagine accanto riproduce l'antico affresco esterno della Madonna che allatta il Bambino databile al seconda metà del Trecento. Bartolomeo, Leonardo, Antonio abate
All'inizio doveva essere una semplice cappella coperta da una tettoia, senza soffitto a volta. In quel tempo Dardine non aveva un sacerdote stabile e inoltre i suoi abitanti dovevano recarsi alla chiesa di Sant'Eusebio per soddisfare i bisogni spirituali e per ricevere tutti i sacramenti. Negli ultimi decenni del 1400 fu realizzata la volta dell'abside e l'arco santo abbellita dai pregiati affreschi di un pittore del gruppo di Leonardo di Bressanone (1482) presentati sopra. Pochi anni dopo, nel 1492, la chiesa si dota della preziosa tela su tavola della Madonna con Bambino, San Marcello e San Vigilio.Bartolomeo, Leonardo, Antonio abate Per completare la nuova struttura nei primi anni del 1500 fu realizzata la volta della navata. Nel 1527 questa fu abbellita con gli affreschi di un pittore di scuola altoatesina nel 1527. Sempre alla prima metà del '500 risale il campanile affiancato alla chiesa con singolari finestre a trifoglio sopra la cella campanaria. Attorno alla chiesa era situato il cimitero. Nel 1534 "Grigolus" Fedrigotti" era il giurato della fabbrica della chiesa di San Marcello: La chiesa fu quindi consacrata il 23 febbraio 1550 da Francesco De la Chiesa, vescovo suffraganeo del vescovo Udalrico Lichtenstein; in quell'occasione l'altare maggiore venne dedicato a san Marcello.Bartolomeo, Leonardo, Antonio abate Negli anni 1643-44 fu sostituito il vecchio altare con quello attuale, opera di valore dell'intagliatore camuno Giacomo Rasmus, mantenendo però la precedente preziosa pala. All'inizio del XVIII secolo vennero aggiunte all'edificio due cappelle laterali per accogliere nuovi altari. La manutenzione e miglioramenti della chiesa e dei necessari arredi era curata dalla comunità che eleggeva i suoi amministratori basando la gestione sui terreni e lasciti precedenti e su entrate di frumento e segale da parte delle famiglie del paese. Nel 1710 Dardine ottenne un sacerdote stabilmente residente nel 1710 come curato primissario assumendone il mantenimento. Nel 1753 il notaio Giovanni Battista Bonaventura Gottardi da Vervò, quando era arciprete di Torra don Pietro Tomasi, compilò l'urbario (inventario) di tutti i beni mobili e immobili e degli impegni della chiesa. La comunità di Dardine era soggetta ecclesiasticamente alla pieve di Sant'Eusebio di Torra in valle di Non, pieve piuttosto ampia che comprendeva anche i paesi di Mollaro, Tuenetto, Priò, Vervò e Segno. I suoi amministratori, regolani e giurati, curavano anche i rapporti gravosi con la pieve di Sant'Eusebio di Torra. Nel 1914 venne elaborato un progetto di ampliamento dell'edificio, ritenuto ormai insufficiente a contenere tutti i fedeli, ma gli eventi bellici ne bloccarono la realizzazione. Anche in seguito, nel 1926, si pensò di costruirne una nuova pur conservando "la chiesa piccolina, ma bella e ricca di affreschi del XV secolo". Titolare della chiesa di Dardine è san Marcello papa di cui si celebra la festa il 16 gennaio. Alla fine del 1963 la curazia venne elevata in parrocchia dal 1 febbraio.


Alcuni aspetti del paese di Dardine


Nell'occasione della mia visita alla chiesa di dardine fotografai due belle meridiane, una sulla facciata delle chiesa e l'altra sulla parete sud di una casa privata.

medidiana della chiesa
Meridiana privata

La meridiana della chiesa porta la scritta "TU NUMERAS HORAS, SED NEGAT HORA MORAS - MDCXIV". La traduzione potrebbe essere "Tu conti le ore, ma l'ora rifiuta gli indugi". Il motto induce a non sciupare il tempo che passa.
La seconda sulla casa privata mostra nella parte bassa il motto: "L'UOMO è NULLA SENZA DIO, SENZA SOL SON NULLA ANCH'IO - 1889 - R 1984." Il quadrante separa con un semicerchio la zona delle ombre corte invernali e quelle lunghe estive.

castel Thun.
croce al bivio
Castel Thun visto dalla periferia di Dardine
Croce a ricordo dei reduci dalla guerra 1914 - 1918

All'uscita del paese a est si gode lo spettacolo del castel Thun sul colle contro le montagne boscose. Lungo la strada che porta a Mollaro, ad un bivio, si erge la croce con questa scritta:"RICORDO DEI REDUCI DALLA GUERRA 1914 - 1918" e sotto il riquadro con i venticinque nomi dei reduci.